2. I Medici e la politica di Leone X negli anni 1513-1515. Con caldo amore gli Italiani stanno attaccati alla loro pai ria e famiglia : questo tratto bello e nobile in sè, che per molti papi diventò infausto, fu proprio di Leone X in misura si grande, che la storia di Firenze come quella dei Medici per tutto il tempo del suo governo paro legata intimissimamente con Roma. ' Appena finito il conclave, dei numerosi congiunti del nuovo papa recaronsi nell’eterna città suo cugino Giulio e suo fratello Giuliano. * Questi, nato nel 1479 ultimo figlio di Lorenzo il Magnifico, doveva salire ad onori mondani ed anche Lorenzo figlio di Pietro fratello maggiore di Leone, era riserbato ad una carriera mondana. Prima di tutto, addi 13 settembre 1513, ad ambedue fra feste magnifiche fu largito sul Campidoglio il patriziato romano.3 Giuliano, debole anche fisicamente, non pareva avesse le qualità sufficienti per dirigere le faccende fiorentine e perciò Leone X stabilì che rimanesse a Roma col titolo onorifico di generale della Chiesa. Il difficile ufficio di governare la Repubblica fiorentina secondo gli ordini del papa toccò al ventunenne Lorenzo, che rappresentava la primogenitura della famiglia e che il 10 agosto 1513 da Roma se ne tornò a Firenze.4 La forma del governo a Firenze in sostanza fu foggiata come era stata sotto Lorenzo il Magnifico. Due consigli dovevano dirigere tutto : uno risultava di 70 eletti a vita, l’altro di 100 membri, che cambiavano ogni sei mesi. Il consiglio dei 100, nel quale potevano comparire tutti coloro che erano stati gonfalonieri, aveva solamente il diritto di accordare contribuzioni in danaro e gabelle. Xelle due corporazioni gli aderenti dei Medici avevano assoluta 1 ReüMONT-BasCHET, Cathérine de Mèdici» 8, 240. 1 Cfr. Landucci 339. * San udo XVII, 73. Particolari sulle feste v. sotto al eap. 10. * Cfr. Lavducci 341.