528 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo li, 2 c. gli scolari andarono prendendo nelle opere del Maestro sovraccaricato di commissioni, il mondo deve appunto a questa distribuzione di lavoro magnifiche creazioni, in cui passa il soffio di bellezza genuinamente raffaellesca, poiché finché visse i suoi aiuti lavorarono nello spirito di lui. Nè va dimenticato che sull’ascensione sempre più alta di Raffaello ha cooperato lo straordinario favore ed alta stima concessagli da Leone X in tal misura, che l’Artista figura come uno dei più eminenti membri della Corte pontificia. Che se le pitture in tavola, che Raffaello allora regalò al mondo, la Madonna di S. Sisto e la Trasfigurazione, non furono ordinate dal papa, a questi però compete un merito per queste creazioni, essendoché per ragione del servizio e del favore pontificio il Maestro fu trattenuto nell’eterna città. Inoltre Leone ha parte nelle due pitture ricordate da ultimo ed aventi l’aria di visione, ognuna delle quali è nel suo modo incomparabilmente grande per la rappresentazione del soprannaturale, in quanto che sono un’eco del sentimento religioso connesso col concilio Lateranense da lui tenuto. 1 Se si dà uno sguardo indietro non si potrà far a meno di confessare, che la protezione di Leone X alle arti ha prodotto frutti incomparabilmente pili importanti e pregevoli di quella alle lettere; frutti degni dell’antico primato pei papi nella cultura. Avanti tutto i cartoni pei tappeti sono una grand’opera, alla quale sotto l’aspetto artistico e religioso ben poche possono mettersi a lato. Ad ogni modo però, per quanto altamente possano valutarsi, i meriti di Leone X per l’arte non arrivano ad eguagliare quelli di Giulio II. Il fuoco che infiamma, i grandi pensieri, tutto questo possedette il geniale Giulio II, che non soltanto come politico, ma anche come mecenate dell’arte supera di gran lunga e incondizionatamente il prudente Mediceo. Questa verità è stata pur lungo tempo disconosciuta, ma ora è riuscita a penetrare vittoriosa. Al tramonto del sole nelle Alpi si osserva talvolta un meraviglioso infocarsi di tutta quella distesa di montagne, che allora risplende più bella e magnifica che non nel luminoso meriggio. In simil guisa il sole di Giulio li mandò la sua luce sul mondo dell’arte di Leone X e così avvenne che non il poderoso papa Rovere, ma il più fortunato suo successore ha dato il nome al secolo. 1 Questo fatto importante fu fatto risaltare pel primo e con energia dal Burckhardt, Cicerone 659. A'i ritorneremo sopra trattando della riforma cattolica.