476 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11« 2«. Narra il Vasari che Pernii avrebbe prestato grande aiuto al suo maestro nel dipingere i cartoni pei tappeti della cappella papale. 1 E sulla base di questa notizia e di osservazioni proprie i biografi passati dell’Urbinate ritengono che soltanto nella pesca miracolosa l’essenziale sia stato dipinto di mario propria del Maestro, e che in tutti gli altri cartoni londinesi siano di lui unicamente il disegno e alcune parti, specie le teste. 2 Ai dì nostri si nega anche quest’ultimo punto. Un benemerito erudito in arte, con molto acume e dottrina, ma senza aver visto gli originali di Londra, ha sostenuto l’ipotesi, che lo sviluppo della composizione sia opera del Penni, e che Raffaello non abbia fatto altro che abbozzare i primi schizzi spesso semplicemente buttati giù in fretta.3 Ma questa opinione non è sostenibile ed eminenti storici dell’arte a ragione tengono pur sempre fermo, che la parte presa da Raffaello nella composizione dei cartoni per le scene tolte dagli Atti degli Apostoli non può essere ristretta nell’indicata maniera. In realtà però un genuino disegno del Maestro lo abbiamo soltanto per l’unico cartone della vocazione di san Pietro,4 ma anche per gli altri dovettero esservi più o meno particolareggiati disegni a mano di Raffaello. « La perfezione delle singole figure quanto alle forme, vestiario, gesti ed espressione manifesta sì assolutamente la impronta immediata del Maestro, da sembrare impossibile che vi si vegga soltanto la mano del discepolo ».5 He non per tutti 1 Vasari Vili. 242. • Passavakt II, 263 s. Cfr. Idem, Reise noeh Rngkml 39. 3 Dollmayr 255 s., 266. * Xella raccolta di Windsor. 5 In questo senso si sono espressi unanimemente Wf.ese in Repert. /. Kunst-msseiueh. XIX, 371 s. ; Muntz in Athenneu-m 1896, luglio 71 s. ; Fabriczy in Allgem. Zeilung 1897, Beil. n. 215; Stein m ann, Rovi 205: vedi Bildt in Xinr-ieenih Centura 1904. lvi, 999. Muntz rileva in particolare che l'appogo;io precipuo del Dollmayr è ipotetico, la Madonna cioè di Monteluce, che egli pel primo su un battesimo dato da lui inetto in campo come opera originale del Peniti. Wolfflin (Klassische Kitnst 105 s.), che col Berenson (The Centrai Italia* Paint era of thè Renai usai nee. New York 1897) e col Fisohel (Raffaela Zeirh-nunt/en, Strassburg 1898; cfr. Repert. XXI 474, s.), s’è dichiarato a favore dell’ipotesi di Dollmayr, fa "però notare: « alcuni cartoni sono di una perfezione, che si sente la vicinanza immediata del genio di Raffaello ». Finalmente Wickhoff, il miglior conoscitore dei disegni a mano dell’Urbinate, in Anz. d. IF(«««r Alati. 1903, 56, limita sostanzialmente l’ipotesi del Dollmayr: Per la « consegna delle chiavi » Raffaello ha anzi tutto disegnato sul modello l’intiero gruppo delle figure, lasciandone il trasporto sul cartone al Penni. ila non bisogna credere che tutto il resto sia poi rimasto affidato a quest’ultimo. Il Maestro, che in casa andava su e giù, ha naturalmente con larghi tratti di carbone disegnato il vestiario, disposto lo sfondo ecc., mancandogli soltanto il tempo per eseguire modellandolo il lavoro, che rimase affidato esso pure al Penni. Ma se costui mise in rilievo le figure, in tutta l’opera vive ciò non di meno la grande forza creatrice del Maestro, che si va sempre piii formando ». Qui mi sia lecito ricordare cho anche J. Bcrckh \rdt, sommamente reciso, parlando meco nel 1895, faceva rilevare che Dollmayr andava troppo avanti.