210 Libro I. Leone X. 1513—1521. Capitolo 7. erano tuttavia in posizione molto bisognevole di riforme. Che se la Chiesa permaneva tuttavia in possente forza vitale, se, a dispetto di tutte le deformità nella vita del clero secolare e regolare, conservavano tuttavia il loro vivo vigore nelle vaste masse del popolo il sentimento di pietà e l’affetto all’antica fede, s’aveano però insieme numerosi e svariati elementi, lo scatenamento dei quali doveva condurre ad una catastrofe. Anche sul campo ecclesiastico, come su quello politico e sociale, esisteva in gran copia materia infiammabile. Mancava soltanto l’uomo adatto e l’occasione per far traboccare il pericoloso fermento, e l’uno e l’altra furono trovati. Non fu per nulla casuale che lo scoppio dell’opposizione a Roma si collegasse precisamente ad una questione finanziaria, poiché nella Germania d’allora nessun lamento era più forte che per le esigenze di denaro provenienti dalla Curia e pei gravi abusi connessivi. Fin ab antico gli esattori delle tasse pontificie si trovarono in posizione difficile in Germania. Coll’innato sentimento della libertà proprio di quella nazione accoppiavasi l’idea dominante universalmente di non volerne sapere nè di tasse impellali, nè di imposizioni pei bisogni generali della Chiesa. 1 Dacché, mediante l’economia fondata sul denaro svoltasi nel secolo xm si ebbe la possibilità di trarre a Roma grandi mezzi fìuanziarii a contanti, i lamenti sulla rapacità della Curia diventano così violenti, che ne dovette soffrire in modo sensibile anche il rispetto verso la Santa Sede. « Chiunque era colpito da una richiesta, sfogava il suo malumore senza riflettere che il papato, come istituzione internazionale, dove» pure avere il diritto di far partecipare i possedimenti ecclesiastici alla provvigione dei mezzi occorrenti pel suo mantenimento ». 2 Ben presto l’ostilità contro il sistema curiale delle imposte, già sviluppato in tutti i suoi rami principali nel secolo xm non conobbe più confini. Da molte parti nel secolo xv si diceva addirittura che per le somme defluenti verso Roma la Germania andrebbe a fluire in assoluta miseria. Lamenti di questo genere non erano certo leali nella bocca di un Martino Mair, anzi avevano semplicemente ragione di un mezzo per spaventare la Curia e per farsi comprare dalla medesima a un prezzo buono,3 ma l’accusa è ripettita nel secolo xv anche da cronisti di varie città onesti e di sentimenti affatto ecclesiastici. 1 Che ci troviamo in presenza di una grande esagerazione non può soggiacere a dubbio alcuno. Appunto le indagini di questi ultimi tempi ci avvertono di essere 1 Kirsch, Die päpstlichen Kollektorien während des 14. Jahrhunderts, Pe-derborn 1895, Introd. 2 .[ anssen, Maximilian I, 12. 3 Cfr. il nostro vol. I‘, libro IV, 3 verso la fine. * Cfr. Janssen-Pastor I48, 742.