Bembo e Sadoleto. è autore il medico Francesco Arsilli.1 Se aggiungiamo i dati del Giovio, Giraldi 1 e Pierio Valeriano 3 riusciamo ad ottenere un quadro pressoché completo della corte poetica di Leone X. 4 Incontestabilmente nella repubblica erudita di Roma tenevano il primo posto il Bembo 5 e il Sadoleto, ambedue egualmente celebrati come poeti e prosatori. Nominando segretari privati pontifici e prelati domestici6 questi rappresentanti di uno schietto, genuino stile ciceroniano, Leone X fece conoscere quanto apprezzasse che le lettere uscenti dalla sua cancelleria si distinguessero in virtù di un latino pulito ed elegante. Bembo e Sadoleto erano legati da stretta amicizia. L’uno e l’altro avevano già goduto il favore di papa Rovere7 ed ora ricevettero contemporaneamente un posto altrettanto onorevole che importante e lucroso. La scelta di questi due famosi latinisti è significativa per Leone X anche perchè essi rispecchiano le opposte correnti che muovevano la vita dello spirito in quell’età. Da molti il Bembo è stato rappresentato come un pagano, concezione certamente erronea,8 sebbene non possa negarsi che allora questo veneziano pieno d’ingegno e gioviale seguiva apertamente 1 Fr. Arsilli Sexogalliensis de poeti# urbanis ad P. Jovium libellus appo Tiraboschi VII, 3, 425-442 colle varianti della prima edizione in Coryciana. Arsilli, che era nel numero dei poeti malcontenti (v. sopra p. 405), evita di fare il nome di Leone X ; in uno dei suoi epigrammi Giulio II figura ancora vivente; v. Gnoli, Secolo II, 628, cfr. Ili, 45. Certamente Gnoli ha ragione contro il Tiraboschi quando giudica posteriore a quella delle Coryciana la redazione ampliata edita dal Tiraboschi. Roscoe-Bossi, che inette a base della sua ristampa (VII, 225 s.) la seconda edizione, dà a p. 248 s. molto notizie illustrative. 2 Lilius Gregorius G yraldus, De poetis nostrorum temporu/m edito da R. Wotke, Berlin 1894. Cfr. .Ras#, bibl. d. lett. Ilal. III, 133 s., 220 e l’acuta dissertazione di V. Rossi in Giorn. d. lett. Hai. XXXVII, 246 ss. Col suo allievo Ercole Rangoni Giraldi venne nel 1514 a Roma, ove si guadagnò presto il favore di Leone X. Appartiene agli umanisti recisamente cristiani: è degna di nota la severità con cui nel suo primo dialogo composto sotto Leone X condanna i soggetti immorali e le poesie lascive. 3 I. P. Valerianus, De infelicitate litteratorum, Venetiae 1620 (anche in Giorn. d. lett. Ili, Venezia 1710). * Qui non può essere nostro ufficio quello di enumerare tutti i poeti e letterati della Roma leonina. In parte appartengono ai poeti anche gli improvvisatori (cfr. sopra p. 380 s.). Per ragioni di spazio fu parimenti necessario sorvolare su quei poeti che, come Marc’Antonio Flaminio (cfr. Cucco li 29 ss.), si fermarono a Roma solo per breve tempo. 4 Purtroppo manca una biografia del Bembo rispondente alle esigenze mo- derne. Vi ha dato un principio Ciak mediante l’opera, scritta coll’usata sua maestria, Un decennio di vita di M. P. Bemlto, Torino 1885, ove (p. 1, n. 1) si trovano notizie particolareggiate sui biografi che l’hanno preceduto. 6 Figurano cosi nel * Rotulvs del 1514; vedi Quellen u. Forsch. dea premg. Instituts VI, 56. 7 Cfr. il nostro voi. Ili*, libro III, 8 in principio. 9 Cfr. Eev. hist. XXXII, 214.