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Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10.
lità. Come in questa occasione, i Romani gareggiarono col loro signore nel conferimento del patriziato ai nepoti papali Giuliano e Lorenzo (settembre 1513). In persona il papa aveva chiesto ai Conservatori di largire questa dignità alla sua famiglia. Con questo atto i giovani nepoti dovevano d’un tratto diventare popolari.
   Di poche feste dell’età del rinascimento così appassionata pei divertimenti si hanno tante e sì minute relazioni come di questa,, che mise in moto tutta Roma. 1
   La mattina del 13 settembre una deputazione di cinquanta nobili si presentò a Giuliano — Lorenzo era assente — per accompagnarlo solennemente al Campidoglio, dove una grandiosa sorpresa aspettava il nepote : sulla storica piazza era sorto durante la notte un teatro, che a tergo si riattaccava al palazzo dei senatori. La meravigliosa costruzione consisteva quasi esclusivamente in legno, ma nella sua monumentalità antica figurava siccome una magnificenza architettonica di rara bellezza. La facciata con una grande porta d’ingresso nel mezzo era imitazione d’un arco trionfale romano e andava ornata di pitture, che riproducevano rilievi antichi. La tribuna lunga metri 31 terminava di dietro in una parete, che portava una veduta sommamente magnifica. Pilastri tirati a oro dividevano la parete in cinque sezioni, in ciascuna delle quali trovavasi una porta chiusa da una cortina di stoffa d’oro. Sopra le porte vedevansi quattro fregi con viticci,, divinità marine ed emblemi de’ Medici con sopra cinque grandi quadri celebranti la vetusta amicizia dei Romani e degli Etruschi (Fiorentini). Anche altrove erano esposti grandi quadri storici, uno dei quali disegnato dal Peruzzi.!
   Giuliano venne ricevuto in questa meravigliosa costruzione dall’ambasciatore imperiale, dagli inviati di Francia, Spagna, -Milano e Firenze, dal despota di Morea, dai Conservatori e grandi della città. Sulla scena era stato eretto un altare riccamente ornato : là — al cospetto delle figure antiche — fu cantata una messa solenne allo scopo di pregare Iddio, dice un contemporaneo, come
     *	Le relazioni principali sono : 1° Giuliano de' Medici eletto cittadino romano, ovvero il Natale di Roma nel 1513. Relazione di M. Ant. Altieri, ed. L. Pasqua-lucci, Roma 1881 (ed. di soli 200 esemplari) ; 2° Le feste pel conferimento del patriziato romano a Giuliano e Lorenzo de' Medici narrate da Paolo Palliolo FaNESE, ed. Guerrini, Bologna 1885. Cfr. Janitschek, Das kapitol. Theater. i. J. 1513 nel Bepert. für Kunstu'iss. V, 259 ss. (da Altieri e Cod. Vatic. 5381) e Flechsig 51 s. Ad amendue è sfuggita una terza relazione nel * Cod. Barb. lat. 4793 (L. Ili, 31). Y. Buonarroti, 3a serie, IV (1891). Cfr. anche Veneti, Oratio 139 ss. Tizio in Arch. d. Soc. Rom. Ili, 23] s.; Altieri, Suptiali 118’; Giorn. d. left. Hai. VII, 269 ss. La descrizione nel Cod. Vatic. 53S1, citata dal Pasqualucci (13) si trova col nome dell’autore nella Comunale di Perugia : v. Mazzatinti VT- 14.7