Inerzia a Roma o ripresa della faccenda luterana. 249- fìcientemente significativa pel Mediceo, furono riguardi politici quelli che impedirono il progresso della trattazione di questo affare tanto importante per la Chiesa, 1 cioè la questione dell’elezione imperiale, la quale per lungo tempo fece apparire meno importante tutto il resto. Di fronte all’interesse oltremodo vivo, che Leone X dedicò a questo negozio, la faccenda luterana siccome cosa di secondaria importanza passò in seconda linea. Sembrò Illudente lasciarla quieta intanto, perchè motivi politici esigevano die si avessero sommi riguardi al molto influente e ragguardevole principe elettore di Sassonia, che per un po’ di tempo fu il candidato papale alla corona. Solo così si spiega la disposizione di I,utero a ritrattarsi abbracciata nel breve 29 marzo 1519 dietro notizia venutane dal subordinato e malfido Miltitz; così si tollerò che Miltitz continuasse la sua strada, che non legava per nulla il committente: con tutto questo si guadagnò tempo e intanto si evitò di prendere una posizione decisa. Come tanto spesso sul terreno politico, così anche in questo importante affare ecclesiastico si « temporeggiò ». Durante quel tempo infinite cose vennero trascurate c sebbene le onde dell’agitazione antipapale fluttuassero di priorii< » in giorno sempre più alte, da Roma nulla si fece. Solamente dopo che fu decisa la questione elettorale il molto influente vicecancelliere Cardinal Giulio de’ Medici in modo speciale insistè perchè si concludesse il negozio luterano. Sui primi d'ottobre del 1519 il cardinale era tornato a Roma ed allora solamente ivi si pensò alla ripresa del processo, dopoché frattanto i'Eck aveva dato relazione della disputa lipsiese ed espresso l’avviso che il papa non tardasse più oltre in una cosa tanto pericolosa. * Chiamandovelo Leone X rispose all’intenzione dell’Eck di recarsi in persona a Roma 3 per illuminare sul pericolo reale quei centri direttivi in luogo delle relazioni ingannatrici e rosee del Miltitz. 11 professore d’Ingolstadt si mise in viaggio verso Roma il 18 gennaio 1520. 4 L’Eck ad ogni modo ha parte importanti** 1 Già i-ilevò la cosa Hacen II, 107 s. e recentemente, mettendo in campo tutto il materiale delle fonti, Kalkoff, Prozes* 288 s., 402 s. TI medesimo a 1>- 288 s. osserva: « non può farsi responsabile dei passi falsi di Miltitz la Curia: 'I piano da lei abbozzato e condotto con sufficiente zelo era fallito allorché chiarissi che l’elettore non consegnerebbe Lutero alla semplice comunicazione della ‘lannabilità notoria della sua dottrina e il mezzo piii proprio di coercizione, il mandato imperiale, frattanto s’era di nuovo fatto molto lontano. VI principio del duello si era in una posizione politica affatto cambiata. . . <|ui dun-•t'ie sta la spiegazione dello strano contegno della Curia, che, dopo l'energico-procedere degli ultimi mesi, ora per tre trimestri circa lasciò apparentemente andare i freni e lasciò fare il suo inviato, il quale coi suoi progetti sventati, •“olle sue proposte fantastiche di mediazione non fece che mettere a nudo se ■ la Chiesa ». * Cfr. Kalkoff, Prozess 432 s., 434. ’ Wif.i>emaxn, Dr. Joh. Eck 149 s. * WlEDEMÀXN 150.