Archeologia. 439 di piacere di costui. Questa esposizione, in cui quasi scompaiono le ombre del papa mediceo, suscita la critica, ma si comprende bene come per secoli essa abbia potuto dominare il mondo dei lettori occidentali. Da nessun’altra opera ci parla così direttamente « quello splendido e giocondo spirito », dell’età di Leone X, « sotto il quale il godimento dell’antichità s’intrecciò a tutti gli altri godimenti, formando quella meravigliosa impressione », che diede tanto caratteristica impronta alla vita in Roma.1 Le tendenze classiche di Leone X dovevano tornare utili alla scienza delle antichità, di cui nominammo già come amico del Bembo * uno dei principali rappresentanti, Latino Giovenale Ma-netti. Relazioni non meno strette legavano questo nobile patrizio, il quale si provò anche in versi, con Sadoleto, Sanga, Trissino, Castiglione e specialmente col Cardinal Bibbiena.3 Certamente fin d’allora il Manetti gettò le basi di quella sua collezione di statue, che più tardi formò della sua casa in Campo de’ Fiori una rarità. Ripetute volte Leone X si servì di quest’uomo altrettanto dotto che abile per missioni diplomatiche, mandandolo per esempio nel 1514 a Ferrara, nel 1515 nell’alta Italia, nel 15Hi in Germania, nel 1517 a Venezia.4 Parecchi benefizi, tra cui un canonicato a S. Pietro, furono le ricompense dei suoi fedeli servigi.r> Xel 1521 Leone X ebbe anche la soddisfazione di veder pubblicata per le stampe la prima raccolta d’iscrizioni topografiche romane, edita da Iacopo Mazocchi, l’operoso stampatore dell’università romana, che era insieme un mezzo erudito. Fin dal 30 novembre 1517, il papa, presso il quale il Mazocchi era veduto volentieri, mediante un privilegio aveva tutelato il lavoro contro le contraffazioni. Probabilmente la raccolta, nella quale in ispecie si fece uso dei lavori preparatorii del veronese Fra Giocondo e di Pietro Sabino, fu compilata dal dotto canonico Francesco Albertini, autore del libriccino Svile meraviglie di Roma antica e nuova, dedicato a Giulio II.8 Essa abbraccia iscrizioni classiche e cristiane antiche e, come ben si comprende, non è nò corretta, nè completa: ciò nonostante essa si è assicurata un’onorevole memoria avendo * Cfr. Burckhardt I3, 231, 265. In un altro punto il medesimo osserva (II3, 51): ■ Lo spirito del secolo soffia pei suoi fogli: il suo Leone, il suo Alfonso, il suo Pompeo Colonna vivono e si muovono sotto i nostri occhi con piena verità e sincerità, sebbene non ci venga rivelata la loro intima natura ». V. anche Cteiger in Zeitschr. f. Renaissance-Lit. I, 150. ! Cfr. sopra p. 409. 3 Cfr. Marini 1, 384 s.; Cian, Corteggino 229. * Cfr. Regest. Leonis X, nn. 7514, 12009, 16331; Marini 1, 384—385; II, 353; Pieper, Nuntiaturen 49, 52. Sulla missione del Latino a Reggio (1513) v. Chiesi 34. 1V. Regest. Leonis X, nn. 7948, 16331. 8 Cfr. quanto dicemmo in III', libro III, 8 alla fine. Su J. Mazocchi v. Lasciasi I, 183, 201.