Il concilio Lateranense. discussioni preliminari. Leone non volle nominare i membri di queste commissioni, come aveva fatto il suo predecessore, e ne lasciò la scelta ai padri del concilio, i quali elessero a maggioranza di voti 24 prelati, che si divisero in tre deputazioni in modo però, che il papa per ogni otto eletti aggiunse otto cardinali e quattro rappresentanti per gli assenti al tempo dell’elezione (fra essi due generali d’Ordini per ciascuna). l)i queste commissioni, le quali si riunirono più volte, la prima doveva dedicare la sua attività al ristabilimento della pace ed alla rimozione dello scisma, la seconda alla riforma della Curia, la terza alla prammatica sanzione ed alle cose della fede. Parecchi oggetti rimasero riservati alla congregazione generale, che era indipendente dalle deputazioni. Nelle sessioni era libero a chiunque di esprimere la sua opinione, di proporre dubbi e di invocare cambiamenti, e così era sufficientemente garantita la libera partecipazione dei membri del concilio alle discussioni. 1 Alla settima sessione (17 giugno 1513) assistevano già 77 vescovi, di cui quattro avevano da rappresentare ’l’Inghilterra, la Polonia, Savoia e Ferrara. Al principio della seduta furono accolti i mandati di procura per la Polonia, la Masovia, Milano e Mantova. L’oratore parlò del pericolo turco e celebrò in maniera panegirica il papa come re dei re, che possiede le due spade sull’orbe della terra : sotto di lui, che fu così miracolosamente eletto come liberato dalla prigionia, tutti dovevano raccogliersi ordinati. Il papa fece dare lettura di una bolla, * colla quale prometteva di mandare ai principi ambascierie per la pace ed, in vista dei Francesi ora sempre più disposti a sottomettersi, rinviava al mese di novembre la prossima sessione. 3 Fino a questo punto le deputazioni speciali non rimasero oziose. Con zelo il papa spingeva cardinali e vescovi a prendervi parte ed egli stesso non lasciò Roma che per breve tempo. 1 Un decreto di Leone X del 20 settembre precisò la sua posizione di fronte ai Boemi hussiti, dando speranza di concessioni quanto al calice ed ai beni ecclesiastici rubati, ma non relativamente alla punizione dei peccatori ed alla facoltà di predicare.5 La commissione per la riforma si divise addì 13 ottobre in cinque sottocommissioni, una per ciascuna [delle autorità curiali, il cui miglioramento era ad essa affidato. Un parere composto dalla me- 1 Hf.fele-IIergf.nrother Vili, 565 ss. ; cfr. Gugua, Studien 28 ss. Hix-SCHitJS (III, 524) partigianamente rileva soltanto la dipendenza delle deputazioni dalla Curia. Cfr. in contrario Hefeee-Hergenróther Vili, 692. 2 Xon solo l'arcivescovo di Trani, ma altri pure ebbero da fare eccezioni contro questa bolla. Kaynald 1513, n. 43. Guglia 9. * Hefele-Hergenróther Vili, 570. 4 Ibid. 576. 5 1ìegest. Leonis X n. 4597. Theiner, Mon. Hung. II, 610 ss.