Ondeggiamenti della malattia di Leone X. 325 umore rispose che teneva, in mano il grande vantaggio e che pel mercoledì tutto fosse preparato per un concistoro.1 Fino a tarda notte i Romani festeggiarono il lieto avvenimento e secondo la loro indole cominciarono ad abbandonarsi a tutte le possibili congetture: molti credevano — senza che se n’avesse una prova — che il ducato di Milano fosse riserbato al Cardinal Modici. ! Alla sera il papa mangiò di ottimo umore; la notte dormì magnificamente, ma la mattina dopo (26 novembre), proprio allorché stava ricevendo i cardinali Trivulzio e parenti di costoro, fu sorpreso da un tremito, sicché dovette sospendere l’udienza e mettersi in letto. Il mercoledì mattina (27 novembre), sebbene la notte fosse stata inquieta, Leone X si sentì abbastanza bene, soltanto un po’ debole, così che fu necessario rimandare il concistoro. I medici dichiararono trattarsi di semplice febbre intermittente, conseguenza del-l’infreddatura presa dal papa in quella notte alla Magliana. Contro gli accessi della febbre in quella sera e che ripeterebbersi nei giorni dopo e contro il catarro essi somministrarono i soliti rimedii non dubitando punto di ristabilire pienamente l’infermo in pochi giorni. Ma la sera del 29 novembre il papa soggiacque a così serio svenimento, che i medici ne rimasero molto preoccupati e fin d’al-lora vennero date da ogni parte le disposizioni pel caso di vacanza della Santa Sede.3 Neanche il papa si nascose il pericolo del suo stato e con grande pietà fece la confessione generale. 4 II sabato però si sentì nuovamente tanto bene, che potè spedire alcuni brevi e godere un po’ di musica: dichiarò anzi che fra otto giorni, nella festa di sant’Ambrogio, intendeva visitare la chiesa di questo santo e S. Maria del Popolo. Ma la sera si fece all’improvviso una febbre così violenta che l’ammalato perdette per lungo tempo la coscienza. Ora anche la ( 'orte cadde in seriissimo jìensiero :5 due staffette vennero mandate al Cardinal Medici. La notte fu molto cattiva. Al mattino del 1° dicembre, prima domenica d’Avvento, il papa si lamentò d’un grande calore interno e con molta fatica si lasciò piegare a prendere un po’ di nutrimento, dopo di che si sentì straordinariamente meglio : la febbre 1 Paris de Grassi» appo Raynald 1521, n. 109. ‘Paris de Grassis appo Hoffmans 475. Cfr. df. Leva II, 115, che giustamente osserva : « Mancano di ciò le prove ». 5 V. la lettera del Gilberti 30 novembre 1521 in Rai.an, Boschetti I, 177 s. 4 « S. Su se aveva confessato il Venere quando ebbe il primo accidente ». Relazione di G. Boaflglio in Sanudo XXXII, 233; cfr. 235, 243; altrettanto il capitano svizzero Gaspare Röist, che fu testimone oculare, nella sua lettera del 4 dicembre (Eidgenoss, Abschiede IV, 1, 153). V. anche la lettera 2 dicembre del Castiglione presso Baschet, Chat, de Médicis 267, dalla quale erroneamente il Gregorovius (IV, 542, n. 158) conclude che il papa si sia anche comunicato. 5 Cfr. * lettera di Floriano Montino, Roma 30 novembre 1521, nell’ Archivio di Stato in Modena.