32 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 1. messa di futuri vantaggi, di indurlo a differire almeno la sua campagna. Ma Luigi XII non prestò fede alle promesse del papa: conobbe chiaramente che in realtà quegli cercava di mandare a monte l’occupazione di Milano da parte dei Francesi.1 Riuscitogli di combinare colla Spagna un armistizio per la durata d’un anno 2 relativamente al teatro della guerra in Italia, si fece più ardente che mai la brama di Luigi XII di riacquistare la fama perduta. Oltre a ciò le condizioni di Milano s’erano spiegate in modo, che parvero invitare la Francia all’assalto. Il fiacco, leggero duca Massimiliano Sforza era tanto poco maturo alla situazione che il cronista Prato ripete la sentenza biblica : « Guai al paese che ha un re fanciullo ». 3 Gli Svizzeri, come gli Spagnuoli, sui quali si appoggiava il duca, per le loro angherie si erano resi talmente odiati, che molti desideravano il ritorno del dominio francese.4 Di fronte al pericolo che lo minacciava, il duca di Milano cercò aiuto tanto presso gli Svizzeri, quanto presso Leone X. I primi, a dispetto delle lusinghe di Francia, rimasero dalla sua parte anche perchè difficilmente potevano sperare di ottenere da qualsiasi altro signore di Milano i denari promessi.5 Molto più difficile era ottenere aiuto dal papa ancor sempre indeciso. All’uopo nell’aprile venne mandato a Roma l’abilissimo Girolamo Morone, che con eloquenti parole rilevò doversi agire ed agire con serietà, se non dovevano rimanere sterili i molti sforzi di Giulio II a favore della « libertà d’Italia » e mettersi in forse tutto quanto s’era ottenuto. Morone richiamò inoltre l’attenzione sul fatto che Parma e Piacenza cadrebbero nelle mani della Francia qualora si abbandonasse Massimiliano Sforza. Le due città dopo la morte di Giulio II erano state occupate per Milano dal Cardona, viceré spa-gnuolo di Napoli; Leone X ne ottenne la restituzione solo ai primi di maggio del 1513.6 Le osservazioni del Morone furono sostenute dall’inviato del-l’imperatore, che coi più neri colori dipinse il pericolo della preponderanza francese, la quale nascerebbe necessariamente dalla conquista della Lombardia. Morone non cessava di rilevare che solo il papa poteva recare aiuto non potendosi più contare sulla Spagna : essere in sua podestà aprire il tesoro di Giulio, compensare gli Svizzeri ed in tal guisa salvar Milano. Un antico nemico di Fran- 1 Guicciardini XI, 4 ; Sadoleti, Epist. pantij. nn. 10 ed 11. Fegest. Leonis X, n. 2348; Roscoe-Bossi IV, 32 ; Nitti 14; Wirz, Filonardi 10 s. 2L’ambasciatore spagnnolo a Roma in principio negò l’armistizio: v. Sañudo XVI, 179. 3 Prato 309. 4 Guicciardini XI, 4. 5 Dierauer II, 424. 6 Sañudo XVI, 49, 58, 68, 72, 129, 179, 223, 225, 259. Fegest. Leonis X, nn. 2421 a 2423. Balan V, 497.