130 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 4. La parentela col papa fu la ragione della nomina di Giovanni Salviati, di Niccolò Ridolfì e Luigi de’ Rossi : 1 a relazioni personali dovettero la porpora il giovane Ercole Rangoni, molto perito in musica, * Bonifacio Ferreri e Raffaello Petrucci. Costui, che allora era alla direzione del governo in Siena, conduceva vita affatto mondana ed era odiato specialmente per la sua avarizia : i due nominati prima invece passavano per uomini eccellenti. Un evento sommamente raro nella storia del Sacro Collegio fu l’elezione contemporanea di due membri della stessa famiglia, di Scaramuccia Trivojzio molto benemerito per la riuscita del concilio Lateranense e di suo nipote Agostino, persona molto finemente istruita. Meraviglia ancora maggiore causò la nomina di sette membri di nobili famiglie romane senza distinzione di partito. Con ciò Leone X ruppe la politica prudente de’ suoi predecessori che aveva tenuto lontano dalla Corte le pericolose fazioni : i Romani poi dal loro canto giubilarono e celebrarono feste per l’elevazione dei loro concittadini. 3 Franciotto Orsini e Pompeo Colonna non erano menomamente fatti per tale dignità essendo più condottieri che principi della Chiesa. Nè viveva da ecclesiastico Francesco Conti. Degli altri quattro invece quasi non può dirsi che bene. Alessandro Cesarmi distinguevasi vantaggiosamente per fine cultura, Andrea della Valle per grande prudenza, Paolo Emilio Cesi e Domenico Iacobazzi4 per grande dottrina. Eccellenti e benemeriti personaggi erano il romano Domenico De Cupis, il fiorentino Niccolò Pandolfini, il senese Giovanni Pic-colomini,5 il genovese Giambattista Pallavicini e Lorenzo Campeggio uscito di famiglia bolognese.6 Egregio erudito ed insieme esemplare di vera vita sacerdotale era finalmente il neerlandese Adriano di Utrecht, raccomandato da Carlo V, al quale degnamente accom-pagnavansi i generali dei Domenicani, dei Francescani Osservanti, dei romiti Agostiniani elevati parimenti alla porpora il 1° luglio 1517. 7 S’è imbarazzati a dire chi di questi religiosi abbia diritto al primo posto. Del dottissimo generale domenicano Tommaso de Yio (Gaetano) si parlerà a più riprese. 8 Cristoforo Numai, da Forlì, aveva in- 1 Su di essi cfr. sotto nel capitolo 10 e nel libro li. * Cfr. Fr. Xovf.llus, * Vita Leonis X, loc. cit. * Cfr. la * cronaca in Varia Polit. L., i. 63 (A r o h i v i o segreto p o n-t i f i c i o) ed il * diario nel fìod. Barò. lat. 3552, f. 30 (B i b 1. Vaticana). * Su questo dotto canonista vedi con Schulte, Quellen II, 342 s„ special-mente Marini, Lettera 17 ss. 5 « Doetor egregius » lo dice * Fk. N OVEllus, Flirt Leonis X, loc. cit. 8 Cfr. Ehses, Iiòmische Dolcumente XVI s. 7 Strano e prova di quanto i jrati fossero largamente odiati, è un sonetto-comunicato dal San uno XXIV, 466, che chiude colle parole : Mal augurio tra cardinali tanti Tre capi d'un railion di mendicanti. 8 Cfr. sotto, capitoli 7 ed 11.