Abboccamento di Leone X con Francesco I a Bologna. 89 potendo farlo in privato, intendeva accusarsi pubblicamente d’aver combattuto con somma animosità contro Giulio II e d’avere spregiata la scomunica. Udendo ciò il re, non esitò a dichiararsi rea di simile peccato e molti altri Francesi a fare la stessa confessione ed a supplicare l’assoluzione, che il papa, sollevando le mani, impartì prontamente. Francesco disse poi a Leone X : « Vostra Santità non deve far meraviglia che tutti costoro odiassero Giulio II, chè egli era il nostro più grande nemico : in tutte le nostre guerre noi non abbiamo avuto avversario più terribile, giacché Giulio II in realtà fu un eccellente capitano, al quale ufficio era infinitamente più adatto che a quel di papa ».1 Come in questa occasione così in altre cose il sentimento cattolico del seguito del re francese manifestossi in modi irruenti : a furia di baci hanno quasi mangiato il piede al papa, notava l’ambasciatore imperiale.1 La solenne professione d’obbedienza da parte del re fu bentosto comunicata dal papa alla madre di Francesco, poscia anche a molti principi 3mici.3 II 14 dicembre il mondo profano riseppe il secondo risultato dell’abboccamento, perchè in tal giorno fuvvi concistoro, in cui venne nominato cardinale Adriano Gouffier de Boissy, vescovo di Coutances e fratello all’ammiraglio di Bonnivet. Dicevasi, che invano il re avesse cercato di ottenere quella dignità pei fratelli dei duchi di Bourbon e di Vendóme. Ciò nullameno Francesco apparve molto soddisfatto ; di ottimo umore passò la sera col papa, che l’aveva invitato a pranzo insieme coi duchi di Lorena, di Vendóme e di Bourbon ; quelli che accompagnarono il re pranzarono ad una tavola speciale coi cardinali Medici, Bibbiena e Cibo.4 L’amichevole relazione del papa col re venne sigillata il mattino del 15 dicembre dall’invio della preziosa croce d’oro ornata di pietre preziose, di cui facemmo menzione : il re adorò subita la particola della Croce in essa racchiusa, indi si recò dal papa per ringraziarlo e prendere congedo. Quest’ultimo colloquio durò mezz’ora. Da una parte e dall’altra ci fu profusione d’attestati d’amicizia. Allorché Francesco lasciò il palazzo, già tutti i cardinali 1 Paris de Grassis appo Raynald 1515, n. 32-33. Cfr. Madelin 72. 2 Vedi Le Glay li, 89. Alessandro Gabbioneta scriveva a Mantova il 12 die. 1515 : « X011 potria dir alla Ex. V. la furia de Francesi di voler basar el piede al papa »(Archivio Gonzaga in Mantova). » Vedi Bembi, Epirt. XI, 12, 47 ; Sadoleti, Epist. 40 ; Brewer II, s., 11. 1282 ; * breve a Francesco Gonzaga, datato da Bologna 14 die. 1515, nell’A re li i v io-Gonzaga in Mantova. * Paris de Grassis, Diarium v. Raynald 1515, n. 35 (cfr. Notie. dns Mn. du Eoi II, 585). Le Glay II, 87-88. Sanddo XXI, 395-396. Cardella IV, 12. ClACONlUS III, 344 s. In un P. S. alla sua lettera dei 15 novembre 151» Al. Gabbioneta notifica : * « Heri sera la Mu del Ré andò di sopra a cenar con la S1* di ìs. S. et con quella usò di grande humilità stando con lei in grandissima allegria» (Archivio Gonzaga in Mantova).