206 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 7. pendendo verso astruserie mistiche, era giunto ad una teosofia esaltata, di cui depose le dottrine nelle opere* de verbo mirifico e de arte cabbalistica. Con queste idee Eeuchlin era ben lungi dal volere recare nocumento alla Chiesa, credeva anzi di avere acceso dai libri giudaici una nuova luce per meglio intendere il cristianesimo, ma di fatto le sue opinioni erano molto acconce per formare confusione nelle teste e per promuovere a spese del cristianesimo la tendenza, già esistente presso la gioventù, all’indeterminatezza spirituale. Perciò parecchi teologi si espressero con disapprovazioni e Giacomo Hochstraten, domenicano e professore di teologia a Colonia, dotto di valore, compose nel 1519 una confutazione. La pubblicazione di questi lavori letterarii era stata preceduta da una lunga controversia sull’autorizzazione dei libri giudaici. Giovanni Pfefl'erkorn, giudeo battezzato di Colonia, nel suo zelo per la conversione dei già suoi correligionarii, s’era convinto che la ragione principale della loro ostinazione sarebbe stata eliminata quando essi venissero costretti a consegnare i libri talmudici dei quali erano in possesso. Lo Pfefferkorn espresse ripetutamente questa pretesa in varii scritti pubblicati negli anni 1507-1509 e alla fine coi suoi sforzi ottenne un mandato imperiale (19 agosto 1509), pel quale i Giudei dovevano presentare a lui tutti i loro libri diretti contro la fede cristiana e contrarii alla loro propria legge; era suo diritto di confiscarli in ogni località alla presenza del parroco e di due membri del consiglio e di annientarli. In un mandato posteriore del 10 novembre 1509 l’imperatore affidò la direzione di tutta la faccenda a IJriele arcivescovo di Magonza, il quale ebbe l’incarico di chiedere i pareri delle università di Magonza, Colonia, Erfurt e Heidelberg, nonché quelli dell’ inquisitore Giacomo Hochstraten, del giudeo convertito Vittore Carben e di Eeuchlin. Il giudizio di quest’ultimo, a differenza degi altri tutti con tono severo, fu che dietro una sentenza emanata regolarmente si dovessero sopprimere soltanto i notorii libelli dei Giudei, conservandosi invece tutti gli altri libri. Però l’affare non arrivò ad alcun termine, perchè l’imperatore non prese decisione in proposito. La disputa sui libri giudaici diede occasione ad una controversia di somma importanza per la vita intellettuale e religiosa della nazione. Essa fu dapprima meramente personale tra Eeuchlin e lo Pfefferkorn da lui personalmente offeso nel parere dato sui libri dei Giudei. Pfefferkorn si vendicò mediante lo Hand^piegel (specchio manuale, 1511), scritto con passione, nel quale senza base alcuna sosteneva che Eeuchlin era stato comprato dagli Ebrei. Eeuchlin rispose ancor più violentemente nel suo Augenspiegel (specchio oculare) uscito per la fiera d’autunno di Francoforte del 1511. Questo scritto suscitò il massimo interesse in Germania e da Pietro Meyer parroco di Francoforte, che credette di scoprirvi « dottrine erronee, contrarie alla Chiesa » fu spedito al Hochstraten