Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 7. situazione d’nna gran parte del clero d’allora, in primo luogo va preso in considerazione il soverchio numero del basso clero. Se nella grande copia di fondazioni d’altari e messe si ha per sè una bella testimonianza della pietà medioevale, v’era però congiunto lo svantaggio che si aveva una quantità di piccoli benefizi non bastanti a nutrire ed a tenere sufficientemente occupati gli investiti, per cui nelle parrocchiali delle città maggiori e minori, come nelle cattedrali, ave vasi una folla eccedente di ecclesiastici inferiori. Che fra questa folla di forze non tutti a priori avessero vocazione allo stato ecclesiastico, non può mettersi in dubbio, come neppure che non tutti trovassero lavoro sufficiente. 1 Molti genitori erano contanto senza coscienza da determinare allo stato ecclesiastico i loro figli incapaci di altra professione, solo perchè così fossero provveduti. La deplorevole condizione esteriore unita alla mancanza d’un’occupazione che anche solo in certo qual modo tenesse in esercizio la vita, fece il resto per trascinare su vie errate anche sotto l’aspetto morale i molti elementi non chiamati al ser-A'izio dell’altare e per varii riguardi dotati di molto insufficiente formazione teologica. * Date queste circostanze, ivi pure, dove buoni e degni vescovi adempivano il loro dovere, era molteplicemente difficile od impossibile mantenere il necessario ordine: colle condizioni qui addietro descritte dell’episcopato ogni abuso poteva dilatarsi senza impedimento di sorta. Esuberantemente numerose sono, nel secolo xv le lamentele .sulla immoralità e concubinato degli ecclesiastici. Non va però dimenticato, che evidentemente sono esagerate parecchie affermazioni di predicatori e moralisti,5 che naturalmente si parla sempre dei mali e dei trai ¡guarnenti più che delle condizioni normali Die Messe im deutschen Mittelalter, Froiburg 1902, 77 ss., dove in maniera eccellente è elaborato un materiale tanto ricco quanto interessante. Il dotto autore, pur rilovando i molti abusi, s’è guardato dal dipingerò le cose troppo in nero contro giustizia : a ragione egli nota che tutti questi abusi non contrabbilanciano « la profondità della fedo od. il devoto ardore con cui il popolo s’inginocchiava davanti agli altari e contano poco di fronte all’abbondanza del torrente di grazia, che dal sacrifìcio della nuova alleanza riversavasi su milioni e milioni di cuori credenti ». 1 Alla letteratura da me notata in Janssen I1*, 704 s. ora vanno aggiunti specialmente : Bertram, Geseh. des Bistum* Hildesheim I, Hildesheim 1899, 487 s. ; Priebatsch in Zeitsvhr. für Kirchengesch. XXI, 54 ss. ; A. 0. Meter 24, 30 s., 33, 36 s.; Hasiiagen in Westdeutsche Zeitschr. XXIII, 111 s. e Schäfer, Di« kirchlichen, sittlichen und sozialen Zustände des 15 Jahrhunderts, nach Dionys. Carthus. I : Das Leben der Geistlichen (dissert.), Tübingen 1904. a Ofr. in generale il capitolo « del farsi prete » del Narreschiff di Seb. Brants appo Janssen—Pastor I'8, 706 ss. “Cado in questo sbaglio anche l’autore dell’Ótuis KccUsiae quando scrivo (21, 9) : i In Alemania me hercle pauci sunt curati qui non footore concubinatus marcescunt ». Werner 27.