'384 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. tore si considerava un secondo Petrarca, ma quanto più sciocche •erano le sue poesie tanto maggior lode gli si tributava alla tavola pontificia, cosi che arrivò persino ad aspirare di venir coronato poeta in Campidoglio. Fu deciso di contentarlo ; vestito da trionfatore romano egli doveva recarsi al Campidoglio sull’elefante, che il re di Portogallo aveva regalato al papa. Non si ebbe scrupolo di fissare questa festa nel giorno dei santi Patroni medicei, nè fece ostacolo alcuno la circostanza che Baraballo vestiva l’abito -ecclesiastico e apparteneva a ragguardevole famiglia. Fiero di sè, noncurante di tutte le dissuasioni dei suoi, Baraballo nel giorno fissato indossò l’abito della festa fatto sulla moda antica di velluto verde e di seta cremisi con guarnimento di ermellino e si recò al Vaticano, dove fu ricevuto solennemente e al suono di flauti condotto dal papa. « Se non l’avessi visto coi miei proprii occhi » scrive il Giovio, « io non avrei creduto, che un uomo di già 60 anni coi capelli grigi si prestasse a simile commedia ». I versi che Baraballo recitò, furono tanto stravaganti che l’uditorio a stento potè trattenere le risa. Il poeta venne poscia condotto sulla piazza di S. Pietro e il papa colla sua lente osservò dalla finestra come l’archipoeta montasse sull’animale sfarzosamente ornato e come il corteo si avviasse sotto il frastuono dei timballi e delle trombe. .Ma .sul ponte S. Angelo l’elefante si spaventò, gettò a terra l’eroe e il giuoco ebbe una fine miserabile. ' Non reca meraviglia che si trovassero poeti i quali celebrarono questo incidente, ma bisogna qualificare una mancanza di gusto senza eguale il fatto, che la buffo-nata potesse venire eternata con un intarsio su una porta delle Stanze. Baraballo potè essere contento d’uscirne colla pelle salva, chè ad altri poeti del suo taglio capitò di peggio. Durante il carne-vale del 1519 fu eseguita una commedia che ottenne un fiasco solenne ; per punizione il papa fece castigare in sua presenza l’autore, che era un monaco, d’ima maniera altrettanto crudele che terribile: il povero diavolo fu involto in una tela e ben bastonato,1 ricevendo come indennità due ducati.3 Pei suoi cattivi versi anche il poetastro Gazoldo si dice che abbia sostenuto di frequente la ba- 1 Cfr. Iovixjs, Vita, 1. 4; Saxudo XIX, 74; Manoscr. Torriq. XX, 41 ; Roscoe- Bossi VII, 208 s?. ; Gabotto 55. Secondo Giovio Leone X si sarebbe preso giuoco alla stessa maniera del suo segretario Evangelista Tarasconi, che si ’erodeva d’essere un grande teorico in fatto di musica (cfr. Rossi, Pasqui- nate 116). * Cfr. la relazione del Paolucci, che però narra la cosa per udito dire, in Nuova Antologia, 3a serie, XIV, 583. Burckhardt (I7 170) ricorda al proposito gli scherzi che Cristina di Svezia faceva ai suoi filologi. 8 1519, 10 marzo: <■ A. il. Ant. di Spello due. 2, disse per dare al frate de la comedia ». *Serapica, Spese priv. II (Archivio di Stato in Roma).