452 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 1. tori.1 È degno di nota anche lo zelo, con cui Leone X diede appoggio allo studio delle lingue orientali : queste cure erano in nesso col concilio Lateranense. 2 «Cresciuto fra i libri», fin da cardinale Leone X spiegò grande attività come raccoglitore di codici e libri stampati, in modo specialissimo poi amando nei suoi codici l’ornamento a miniature, nel qual genere l’arte della rinascenza produsse cose tanto belle. 3 Egli non paventò alcun sacrifìcio pur di riacquistare la ricca biblioteca di sua famiglia, che i Fiorentini avevano confiscata nel 1494 e venduta ai monaci di S. Marco. Riuscì nell’intento l’anno 1508 4 e allora la biblioteca fu trasportata a Roma formando poscia il più bell’ornamento del suo palazzo presso S. Eustachio (oggi palazzo Madama).5 La vigilanza sulla preziosa collezione, che era aperta a liberalissimo uso di tutti i dotti,6 fu affidata al ricordato Varino Favorino.7 Uno dei primi atti del governo di Leone X si occupò di questa sua biblioteca privata e della Vaticana. Le due collezioni rimasero separate, vennero nuovamente inculcate le precise disposizioni emanate da Sisto IV intorno alla conservazione e uso dei tesori librarii e si stabilì inoltro un altro impiegato. 8 Prefetto della biblioteca Vaticana, di cui non si cambiò la collocazione,9 continuò ad essere quel Tommaso Tnghirami nominato da Giulio II. che per la sua classica eloquenza fu appellato il Cicerone del suo tempo e tenne una parte importante nella corte pontifìcia. Egli chiamavasi tuttora Fedra, perchè da giovane in una esecuzione déìV Ippolito di Seneca aveva sostenuto la parte di Fedra improv- ' Con Roscoe-Bossi IV, 110 cfr. specialmente Legrand I, 159, 162, 163, 164. 166, 169; cfr. 129, 134, 153. Sono rarissimi gli esemplari delle opere suindicate: ne possiede la più completa raccolta la Nazionale di Parigi. 1 Vedi Roscoe-Bossi IV, 140 ss. Hafebkorn, Leo X, der Mäcenas des christl. Rom, Dresden 1872, 25 s.; Burckiiardt I3, 244; Gcbernatis, Maie-riaux p. servir à l'hist. d. Hudes Orient, en Italie XXXV, Paris 1876, 188. Il primo libro etiopico stampato è il Salterio impresso a Roma nel 1513. Aich. d. Soc. Rom. IX, 273. 3 Cfr. Muntz, Bibliothèque 37 ss. Porma un esempio magnifico dell’arte di miniare in quel tempo l’esemplare di dedica del de principati di M. Salomoni : ora nella Vittorio Emanuele, Esp. n. 3. * Sulla biblioteca medicea dal 1494 al 1508 v. Areh. stor. Ital., 3a serie, XIX, 101-159, 254-281; XXI, 102-112, 291-296. Cfr. Fabronius 265 e ilei, d'archéol. 1895, 475. 5 Albf.rtini, De mirabil. Romae, ed. Schmarsow, 35. 9 Costituì un fatto nuovo che l’ingresso fosse permesso anche se il cardinale si trovava in biblioteca. Gnoli, Secolo II, 627. 7 Mestica, Varino Favorino 35 ss. 8Regest. Leonis X n. 4202. Cfr. Asse mani, Catal. Bibi. Vat. I, ixl e Muntz, Bibl. 23-24. • Cfr. Mèi. d'archéol. 1895, 479.