Kiforma del Calendario. — Progetto d’un « sodalizio » episcopale. 539 duta del concilio. La cosa però non fu abbandonata. Una commissione apposita esaminò con ogni diligenza i pareri venuti e servendosi di essi elaborò nuovi progetti, clie dovevano servire per l’ulteriore trattazione della faccenda. Queste proposte furono mandate nel luglio 1516 a molti principi, vescovi ed università colla preghiera di mandare per consulti a Roma nuovi pareri o dotti. 1 La cosa però non arrivò ad essere decisa allora ,2 ma non ue porta la colpa Leone X, anzi i suoi sforzi per la riforma del calendario costituiscono una bella pagina nella storia del suo pontificato. 3 Dopo le misure, molto importanti come massima, prese nella decima sessione, solo verso la fine dell’anno seguente potè nuovamente radunarsi il concilio. Agitazioni politiche, la conclusione del concordato francese, le trattative cogli Orientali, tutte cose, che spostarono dal concilio il centro di gravità, tennero occupato l’interstizio. Xon va lasciato senza cenno un progetto pericoloso per la costituzione della Chiesa, che allora sedusse molti padri del concilio, i quali pensarono di riunirsi in uno stretto sodalizio a difesa solidale dei loro interessi. 4 II sodalizio, che doveva essere rappresentato da una commissione permanente, era diretto in prima linea contro i Kegolari, ma con quale facilità progredendo avrebbe potuto con necessaria conseguenza condurre ad una specie di costituzione oligarchica, all’indebolimento dell’autorità pontificia mediante un sistema episcopale! Che in Curia si prevedesse l’avvenire così è dimostrato dalla risposta ai dodici punti messi in campo dai vescovi pel loro sodalitium.5 In capo a tutto è stabilito il principio che « il papa è vescovo della Chiesa universale ed ha in primo luogo da sostenere la cura di tutta la Chiesa ». Il progetto poi in fondo vuol dire che le chiese singolari sarebbero rette più accuratamente ed i diritti degli ordinarii meglio tutelati da plenipoten-ziarii che non dal papa, il quale col sacro Collegio meglio si curerebbe della Chiesa. « Se i violatori dei diritti dei prelati non sono tenuti in freno dalla maestà del vescovo romano e del sacrosanto concilio ecumenico, come mai si lascieranno frenare dagli sforzi d’un paio di vescovi delegati dal sodalizio! » Se il clero inferiore tentasse di ottenere dal papa e dal concilio il permesso di erigere tali sodalizi nella diocesi si vedrebbe subito dove si vuole andare a parare.8 1 Marzi 185 ss. 2 Cfr. Kaìtesbrukser 396; Marzi 199 ss., 209 ss. 3 Giudizio di del Litxgo in Arch. stor. Ital., 5» serie, XVIII, 435. * Heffele-Hergexròther Vili, 695. 6 Pubblicata da Hergexrother Vili, 847 s. 8 Comparando la subordinazione dei vescovi forniti della giurisdizione ordi- naria con quella dei pastori delegati questo memoriale ha trapassato il seguo.