466 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 2 a. Però la decorazione pittorica della Stanza terminò soltanto nel giugno del 1517 ; così riferisce l’inviato estense,1 con cui s’accorda l’iscrizione nel listello della finestra.2 La straordinaria dilazione nell’approntaniento1 della terza Stanza trova la sua spiegazione nella nomina di Raffaello ad architetto di S. Pietro avvenuta fin dal 151.4. 3 II lavoro, che con ciò venne a pesare su di lui, fu tanto più grave quanto più seriamente egli concepì il suo nuovo ufficio. L’approfondimento nelle cose architettoniche lo condusse a esteso studio dell’antichità, di cui si rivela chiaramente l’influsso negli affreschi della terza Stanza.4 Ma d’altra parte il poderoso nuovo incarico della costruzione di S. Pietro costrinse il Maestro a dare nelle sue pitture una parte straordinariamente grande agli scolari ed a chiamarli in aiuto in misura sempre maggiore. Anche uno sguardo superficiale sugli affreschi della terza Stanza fa vedere che nessuno di essi fu eseguito da Raffaello con le sue mani e nuove indagini hanno dimostrato che egli non ha esercitato intero il suo influsso neppure sulla composizione stessa. 11 pensiero fondamentale degli affreschi nella terza Stanza si riattacca a quello della Stanza dell’Eliodoro ; qui pure si dovevi glorificare la grandezza e potenza del papato come centro della Chiesa tenendo in vista l’azione esercitata nel govenro dell’eccelso committente. Le relazioni meramente personali col pontefice reggente, che nella prima Stanza compaiono appena e nella seconda risultano già molto più chiare, nella terza sono accentuate con tal forza, che ne risulta gravemente indebolita la rigidità della connessione e si fa notare molto turbatrice l’intenzione dell’autore. Si rinunciò a stabilire un nesso colle decorazioni della volta, ove rimase la glorificazione di Cristo dipinta dal Perugino, e i grandi affreschi delle pareti stanno a sè, congiunti poi fra loro unicamente dal nome di Leone. Per questo motivo il vero nome della terza Stanza sarebbe « Sala Leonina ».5 Dalla storia dei papi Leone II1 e Leone IV, ai quali la Chiesa ha tributato gli onori degli altari, furono scelti due importanti avvenimenti per ciascuno, i quali insieme coll’accenno alla parentela del nome contenevano allusioni a fatti del glorioso presente. E quasi ciò non bastasse, Leone III e Leone IY compaiono ognora coi tratti non belli del papa mediceo. Ordinando scene di mero omaggio a Leone X si dimenticò che questa specie di pittura non poteva che produrre un senso 1 La lettera dell’ inviato in Gaz. des Beaux-Arts 1803, I, 351 e Atti Mod. I> 115. Cfr. lettera del Bembo al Bibbiena 19 luglio 1517, Opere 111, 14. 2 Leo X Pont. Max || Anno Chrifcti |] MCCCCXVll || Pontifieatus || Sui Anno || UH- 3 Cfr. maggiori particolari sotto, p. 515 s. 4 Vedi Strzygowski 56 s. 5 Sprinoer 317.