Marco Girolamo Vida e la sua Cristiade. Legato in intima amicizia col Giberti stava il canonico regolare Marco Girolamo Ytda (n. 1490, f 1566), che era venuto a Roma fin dai tempi di Giulio II conducendovi fra l’universale corruzione vita pura e immacolata come modello di prete. Torna ad onore di Leone X che abbia prediletto questo egregio uomo tanto che potè venir designato il particolare beniamino del Medici.1 I poemi giovanili del Vida sul giuoco degli scacchi e sul baco da seta piacquero in alto grado a Leone X, che chiamò a sè il poeta, lo regalò e gli diede l’incarico di dedicare tutta la sua bravura, lasciando da parte ogni altro lavoro, ad un’epopea cristiana, che trattasse della vita del Salvatore. Perchè poi il Vida potesse mettersi indisturbato a questo grande assunto il papa, che voleva diventare l’Augusto di un Virgilio novello, gli conferì il priorato del monastero di S. Silvestro a Frascati. Pochi luoghi dei dintorni di Roma sono così fatti per un poeta come questa allegra cittadella coi suoi ricordi classici, le sue pittoresche pendici e splendide vedute. Là, fra le selve di vecchi olivi e pini, in vista del grandioso panorama della Campagna romana, là nacque la Cristiade del Vida, della quale il papa però non potè vedere il compimento. * Dando spinta alla composizione di quest’epopea Leone X s’è fatto un merito duraturo per la poesia cristiana, merito tanto maggiore in quanto che la glorificazione di Cristo fatta per impulso del papa col « poema epico artisticamente più bello del rinascimento », dimostra l’ingiustizia dell’accusa sollevata'da Lutero, che il papato s’intruda tra il Redentore e i redenti.3 L’opera del Vida può essere pienamente apprezzata soltanto allora che si tengano presenti le difficoltà inerenti al lavoro. Di per sè la materia fermamente circoscritta e inviolabile gli rese impossibile di esplicare con piena libertà la forza dell’invenzione poetica. A molte cose che umanamente e poeticamente erano eccellenti egli dovette rinunziare perchè inammissibili sotto l’aspetto ‘Sul Vida cfr. Lancetti, Vita e sfritti di (ì. Vida, Milano 1831; Roscoe-Bossi VII, 134 ss. ; Bissolati, Vite di due ili. Cremon., Milano 1856; Ronchisi in Atti Mod. IV, 73 s.; Berchialla, G. Vida, Alba 1869; Ga BOTTO, Cinque lettere di M. G. Vida, Pinerolo (pubblicazione per nozze); No vati in Arch. stor. Tomb., 3a serie, X, 195 s.; XI, 5 ss.; Giorn. d. lett. It (il. XXX, 459 ss.; XXXVI, 338 ss., specialmente 343 ; Cicchitelo, Sulle opere poet, di M. G. Vida, Napoli 1904. 1 La prima stampa della Cristiade del Vida usci a Cremona 1535, migliorata 1560. Versione italiana di X. Romano, Napoli 1894. Versioni tedesche : 1° Vidas Jesus Christus, ein lateinisches Heldengedicht, von J. D. Müller, Hamburg 1811 i 2° Vidas Christias, von Hübner, Xissa 1849. Fra gli storici della letteratura italiana trattarono ultimamente della Cristiade: G. Mobonoini, Sulla Cristiade di M. G. Vida, Trani 1896; Zumisi si in Per il giubileo del card. Capecelatro, Caserta 1897, 350 ss.; La Gatta, G. Vida e la Cristiade, Palermo 1900. V. anche i pregevoli ragguagli di B. Cotron ei in Giorn. d. lett. Ital. XXXI, 361 ss., nonché Eass. d. lett. Ital. 1896, 297 s., e Ateneo Veneto XIX (1896) 2, 134 ss. 3 Baumgartner IV, 691.