Il cardinale romano. 397 la principale festa tradizionale sulla piazza Xavona1 che superò in pompa quanto fino allora si era visto nel genere. * Un grande corteo trionfale mosse dal Campidoglio per via de’ Banchi a Castel S. Angelo, dal quale il papa osservava, poi a piazza San Pietro, ritornando finalmente a piazza Navona ove si arrivò che cominciava già ad annottare. Nel corteo si vedevano 13 carri colle rappresentazioni dell’Italia, di Iside imitata da una statua posseduta dal papa, di Nettuno, Ercole, Atlante, Eolo, Vulcano, poi il Tevere, la lupa capitolina, Alessandro Magno a cavallo e in mezzo anche tre cammelli che erano stati donati al papa. In ultimo veniva un globo con sopra un angelo, che doveva rappresentare il trionfo della religione. I carri erano accompagnati da 200 giovani in costumi antichi, da tutte le corporazioni e dai rappresentanti dei rioni coi loro gonfaloni. 3 In un’altra occasione Leone X fece parimenti comparire in un corteo mezzo antico le ragazze, che a Pentecoste ricevettero la loro dote.4 L’antichità penetrava tutto e deve quindi recar meraviglia se perfino un domenicano comparò Leone X al dio Sole? 5 Leone X passò a Castel S. Angelo anche il carnevale del .1521, e, malgrado la minacciosa situazione universale, non potè dilettarsi a sufficienza di maschere, musica, 'esecuzioni teatrali, danze e gare. Gli affari furono lasciati in completo riposo. 6 La sera dell’ultima domenica di carnevale comparvero dei commedianti senesi per eseguire in una corte di Castel S. Angelo una moresca, che Baldassare Castiglioni ci ha descritta.7 II papa e i suoi fa- > In essa nel 1514 si fecero interessanti allusioni politiche: vedi Sanudo XVIII, 14s. Probabilmente spetta al 1515 la descrizione, usata dallo Janitschek (Reperì. II, 416 s.), nel * Coti. Vat. 3351, f. 175b, che fa il nome di alcuni artisti, finora affatto ignoti, i quali lavorarono in Roma sotto Leone X. Cfr. anche Oiorn. d. enuliz. artist. IV, 4, 116. 2 Con San uno XXVIII, 277 e Michiel (v. n. 4 a p. 396) cfr. la * relazione 19 febbraio 1520 del Germanello (Arch. Gonzaga in Mantova) nell’App. n. 58. s * « Le feste di Nagone con li carri sono stati più pomposi che mai vedesse altre volte », scrive Pandolfo Pico della Mirandola il 18 febbraio 1520 (Arch i-vio Gonzaga in Mantova). 4 S anudo XXVII, 468. 5 Cfr. sotto, capitolo 11, 1. *Cfr. Sanuno XXIX, 633, 651; Clementi 167-168. 'Nella lettera del Castiglione, che cito nella n. seguente, si legge : * ! Il vero è che X. S. è stato questi dì occupato in feste, di modo che non si è potuto attendere a negocio alcuno ». 7 L’interessantissima lettera del Castiglione al marchese di Mantova, in data di Roma il primo di quaresima 1521, è stata stampata integralmente due volte e recentemente in parte da Luzio-Revier (325 ss.). La prima edizione completa doveva uscire come pubblicazione per nozze sotto il titolo : Lettera di B. Castiglione a F. Gonzaga, ora per la prinui volta messa in pubblico da Anton Enrico Mortara, Casalmaggiore 1851, ma non venne pubblicata perchè andò a monte il matrimonio. La medesima lettera fu poi pubblicata come finora inedita da C. Loria: per le auspicate nozze Loria-Maroni : lettera inedita di B. Castiglione, Mantova 1861. Anche questo scritto è una rarità bibliografica.