'394 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. durante il carnevale del 1519 rimase tutto il tempo in quel Castello recandosi in Yaticano solo pei concistori.1 E spesso durante il carnevale fece produrre nel cortile di detto Castello dei commedianti fatti venire da Siena, la specialità dei quali consisteva nella rappresentazione di libere commedie contadinesche. * Il più caro trattenimento di Leone X, sotto il quale oltre le feste pervenne al massimo fiore anche la scena, costituivano eziandio in altri tempi le rappresentazioni teatrali, messe in scena con •ogni splendore ed accompagnate da vaga musica e da belle danze. Non soltanto nel carnevale, ma anche altre volte nell’anno si dovettero eseguire commedie alla presenza del papa.3 Con vera passione il Mediceo a lato della caccia e della musica amava il teatro. Qui pure Leone X nella sua illimitata smania del piacere si abbandonò a un costume allatto mondano ; non si guardò dall’ab-1 lassare il suo palazzo al livello d’nn teatro e dall’intervenire a commedie del tutto sconvenienti. Fin dall’autunno 1514 egli presenziò la pomposa esecuzione dell’ immorale commedia Calandria, che l’autore, cardinal Bibbiena, allestì nelle sue stanze in onore •di Isabella d’Este allora in Roma.4 La magnifica decorazione era stata fatta nientemeno che da Baldassare Peruzzi. La domenica di carnevale 6 marzo 1519 Leone X assistette alla rappresentazione d’un’altra commedia scollacciata, i Suppositi dell’Ariosto, che andò in scena a Castel S. Angelo presso il cardinal Cibo ivi abitante: circa duemila spettatori furono ammessi nella sala trasformata in un grande anfiteatro. Su un’alta seggiola, circondato dai cardinali e ambasciatori, Leone X sedeva di fronte alla scena sul cui sipario era rappresentato Fra Mariano stuzzicato da diavoletti. Intorno all’esecuzione ci informa la classica descri- 1 San udo XXVI, 509. 2Con Ruth II. 496 504 cfr. Mazzi, Im Congrega de' Rozzi di Siena nel tee. 16° I, Firenze 1882, 66 ss. La Commedia di Pidinzuolo eseguita al cospetto di Leone X dai precursori dei Rozzi fu pubblicata in Bibl. pop. Sanese curato da C. Mazzi, fase. 3, Siena 1891. a Cfr. S.YNUDO XXVI, 142- 469; XXVII, 68: XXVIII, 74 ; XXIX, 633; XXX, 188. 223. Il 5 agosto 1520 Angelo G-ermanello notifica al marchese di Mantova: * « La Sua Sla senno sta in castello e fuge li fastidii quanto po. E1 primo e se--cundo dì de Augusto fece doi nobilissime cene e comedie e musiche, dove intervennero molti cardinali, ambasciatori e altri nobili »(Archivio Gonzaga in Mantova). Perfino duranto lo sue escursioni fuori di Roma Leone X si faceva eseguire commedie e danze. Cfr. * Serafica, Spese prie, di Leone X ; 1516, 22 ottobre : « A quelli che fecero la comedia in S. Severa due. 6 »; 24 ottobre : « A quelli che fecero la comedia (in S. Severa) due. IO ». Avevano impiego fisso degli esecutori della moresca; cfr. 2 aprile 1520: «Ali tre Francesi fanno la moresca due. 63 >. Così pure al 12 di giugno ecc. Addì 20 febbraio 1521 : «Due. 25 per doi a quelli singari ferno la morescha»; 18 giugno pagamento « A una donna che ballo »(Archivio di Stato in Roma). * Iovius, Vita, 1. 4. L OZIO-Renier, Mantova 214 s. Cfr. quanto dicemmo in voi. Ili4, Introduzione 2 prima della metà.