Leone X e Francesco I dopo l’occupazione d’TJrbino. 101 l’atto ad eccezione di Domenico Grimani vescovo d’Urbino, che lasciò Roma tutto indispettito. 1 L’occupazione di Urbino peggiorò sensibilmente le relazioni già tese tra Leone X e Francesco I. Altrettanto di mala voglia che l’imperatore * il re francese aveva lasciato che avvenisse la cacciata di Francesco. 3 La mira più ardente di Francesco I era stata di impedire qualsiasi accrescimento alla potenza del papa, di indebolirlo il più che fosse possibile ed ora invece gli toccò di vedere come Leone X si buttasse fuori consapevole del suo valore e preparasse difficoltà alla Francia nella politica estera. 4 È un fatto che Leone cercò di distogliere il re cattolico da un’alleanza con Francesco I, mentre intanto il nunzio pontificio Ennio Filonardi lavorava in senso antifrancese nella Svizzera. 5 Prospero e Muzio Colonna, come Girolamo Morone, dai quali era a temersi un’ impresa contro Milano, poterono rimanere su territorio papale, anzi Francesco I credette che il papa fosse consapevole delle trattative allora correnti tra l’imperatore, l’Inghilterra e gli Svizzeri ed aventi per iscopo un assalto su Milano. Egli quindi cercò di riguadagnare l’amicizia del mediceo e nell’agosto gli mandò aiuti contro i corsari di Tunisi, che in quel tempo molestavano le coste dello Stato pontificio ed alla fine d’aprile avevano quasi fatto prigioniero il papa mentre si trovava ad una partita di caccia non lungi dalla foce del Tevere. 6 Anche per altre vie cercò di rendersi favorevole Leone, il quale, avverso per sè alla signoria dei Francesi in Italia, sentiva pur sempre come grave offesa fattagli che Francesco I l’avesse costretto alla cessione di Parma e Piacenza. Tutte le gentilezze del re francese non potevano compensarlo di ciò ed in conseguenza le mutue relazioni rimasero tese. Leone X non accondiscese al richiamo del Filonardi desiderato da Francesco I. L’ambasciatore francese a Roma non fece mistero del suo malumore: « Io non so », diceva egli in settembre, « che cosa voglia ancora il papa : dispone di Siena e Firenze ; 7 or non è molto ha preso eziandio Urbino. A 1 Sanudo XXII, 456, 474. Paris de Grassis appo Raynald 1516, n. 83. * rLMann II, 690-691 ; Morsolin, Tritolino 400. J Verdi 26-27. 4 Per ciò che segue cfr. Guicciardini XII, 6. s Leone X esortò bensì il Filonardi a maggior prudenza (v. Wirz 47-48), ma non richiamollo, come bramava Francesco. La sua sostituzione con A. Pucci avvenne soltanto nell’agosto 1517 (v. Abschiede III 2, 1077 ; Wirz, Filonardi 50). Forse Francesco 1 ebbe notizia del progetto, subito poi abbandonato, del matrimonio di Lorenzo con una sorella di Carlo V, di cui nell’estate 1516 interes-savasi il papa (Ulmann II, 691). * Sanudo XXII, 183-184, 456. Manoscr. Torrig. XX, 48. Guicciardini XII, 6. 7 Per ciò che spetta Firenze v. sopra capitolo 2. Nel marzo 1516 coll’aiuto di Leone X Raffaello Petrucci, uomo di cattiva riputazione, aveva cacciato da Siena Borghese Petrucci. Raffaello promise di mantenere Siena fedele alla politica dei Medici (v. N itti 75-76).