Introduzione. 5 in maniera innaturale in seconda linea, anzi fu spesso subordinato all’elemento politico. Per lo più un tetro presentimento del futuro precede l’avvento di grandi catastrofi. Cosi anche allora moltiplicaronsi profezie annuncianti calamità, e severi ammonimenti. Poco prima che si chiudesse il concilio Lateranense, il nobile Gianfrancesco Pico di Mirandola presentò al papa ed all’assemblea ecclesiastica un’orazione, diventata celebre, intorno alla riforma dei costumi. 1 Quanto allora ci fosse da fare per la riforma nulla cel fa sentire più dolorosamente di questa desolata esposizione tracciata dalla mano imperterrita d’un laico di fine cultura. Molto essersi parlato sinora — così il Pico scusa il suo intervento — della presentazione di leggi, ma poco affatto dell’osservazione di esse, eppure nulla avervi di più urgente. A prova di ciò egli, in antitesi retoricamente affilate, dipinge coi più neri colori la grandezza del guasto insinuatosi nella Chiesa : nella maniera più energica rileva il dovere che ha il papa di porre rimedio ai gravi abusi esistenti nel terreno ecclesiastico e, mettendo sull’avviso, alla fine aggiunge : se Leone X lascia più a lungo impuniti i delitti, si rifiuta di guarire le ferite, bisogna temere che Dio stesso « non più con esca, ma con fuoco e spada recida e disperda i membri infermi ». Questa predizione di Cassandra doveva verificarsi in quel medesimo anno. Previsto e temuto da molti, capitò l’avvenimento più gravido di conseguenze dell’età moderna, il grande scisma dogmatico della cristianità occidentale. Esso fu una punizione per tutti, non in ultimo luogo pel capo supremo della Chiesa, dedito a mire politiche ed a piaceri mondani, del quale un canonico fedelmente devoto alla Santa Sede, il senese Sigismondo Tizio, scrisse : « Molti pensavano che male stessero le co.se della ( hiesa, perchè ¡1 suo capo si diletta di giuochi, musica, ‘ caccia e buffonerie, invece di pensare seriamente al bisogno del gregge e di piangerne la calamità. Il sale della terra è diventato insipido e null’altro rimane fuorché venga cacciato via e calpestato dagli uomini ». ! 1 Ad Leonem X. P. M. et tondi. Lateran. I. Fr. Pici Miranduìae domini de reformandis moribus oratio, che, presentata al papa nella primavera del 1517 (v. la lettera del Pico al Pirkheimer presso Freytag, l'ir. doct. epiut.ad Pir-kheimerum, Leipzig 1831, 8; cfr. IIeeele— IIergenrötiier \ III, 723, n. 1), trovasi in molti codici (per es. Cod. X, VI, 22, n. 58 della Casanate li se a Roma) e fu stampata ad Hagenau nel 1520 e spesso più tardi ; trovasi anche in Roscoe-Bossi VIII, 105 s. 2 Male igitur cum Ecclesia esse actnm multi arbitrabantur, cum Ecclesiae caput cantilenis, musicis, venationibus et delusionibus vaeet hominum demen-tium, cum sapere virum oporteret et su a rum oviutn calamitatibus miserescere et illacrymari. Sai igitur infirmatum est nec restai aliquid ulterius nisi ut fo-ras mittatur et ab hominibus conculcetur . Tizio, * Historiae Senenses nel ('od. G. II, 37, fol. 325 della B i b 1. Chigi in Roma.