424 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 1. migliori in una vita irrequieta e immorale.1 Gli altri poeti italiani della Roma di Leone X sopravvivono soltanto nella storia della letteratura e noi apprendiamo con sorpresa le lodi che loro furono tributate dai contemporanei. Chi mai oggidì conosce per es. il poeta Bernardo Accolti « la grande luce d’Arezzo », Vunico, com’egli con grande orgoglio appella se stesso e come anche gli altri l’appellarono ? Accolti cantò la liberalità di Leone X, il quale 10 aveva sì lautamente regalato che potè comperare il titolo di duca di Nepi. La fama oggi incomprensibile di quest’aretino, che col suo allegro e arguto chiacchierare rapiva la società di Corte, dipese del resto dall’arte pregiata allora in modo particolare di accompagnare la poesia con musica adatta. « Non sì tosto si sapeva », così narra Pietro Aretino, allora egli pure venuto a Roma, regalato dal papa * e favorito in ispecie dal Cardinal Medici, « che 11 celeste Accolti improvviserebbe al liuto, i negozi si chiudevano ed i prelati come altri grandi personaggi facevano tosto circolo attorno al poeta ». Un giorno Pietro Aretino fu persino mandato dall’Accolti per ricordargli una visita che aveva promessa al papa e quando l’Accolti entrò in Vaticano, Leone X comandò che si concedesse l’adito a chiunque: la poesia che allora egli cantò alla B. Vergine entusiasmò talmente gli uditori, che gridarono ad una voce : Lunga vita al divino poeta. Il lavoro è tuttavia conservato, ma leggendolo bisogna trasecolare perchè simile fattura abbia potuto trovare tanto applauso.3 La misura che si usava allora era proprio affatto diversa dall’odierna. Fu pure fornito di ricchi benefizi il poeta Agostino Beazzano, che sfogò la sua gratitudine in sonetti italiani ed epistole latine.4 Ancor più fu distinto.da Leone X, che se ne servì anche per missioni diplomatiche, il poeta Giangiorgio Trissino, 5 nobile vicentino, che, munito di una calda raccomandazione della marchesa Isabella d’Este ai cardinali Bibbiena e Luigi d’Aragona, era venuto in Roma nella primavera del 1514, venendovi ricevuto da Leone X in guisa sommamente onorifica. Di già nell’autunno dell’anno seguente egli ebbe una difficile missione in Germania presso l’imperatore Massimiliano, che lo tenne al di là delle Alpi fino alla prima- 1 Vedi Roscoe-Bossi VII, 33 ss.; Budik II, 40 s. Cfr. Gaspary-Rossi II. 2, 290 e Flamini 550 s., ove è la letteratura speciale. •Addì 25 agosto 1520 ebbe 50 ducati; v. Cesareo 199. 5 Cfr. Roscoe-Bossi VII, 15 s. ; Gaspary II, 1,311 ; Rossi, Pasquinate 112 s. ; Cian, Cortigiano xvil; Gnoli, Cacce 40 ss.; Giorn. d. lett. Ital. XXXIX, 228 ss., ed. E. Guarnera, B. Accolti, Palermo 1901, 101 ss. Grazie di Leone X all'Accolti in liegest. Leonis X, nn. 3164, 12019. * Roscoe-Bossi VII, 30 s. Cfr. Maz/.uchelli li, 2, 571 s. 6 Morsoixn, Giangiorgio Trissino*, Firenze 1894. Cfr. Giorn. d. lett. Ital. XXIII, 435 s. Morsolin pubblicò nel 1881 a Vicenza (pubblio, per nozze) le Lettere del card. Giulio de' Medici al Trissino.