542 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 12, 1. stessa, cioè la superstizione apocalittica, che predicatori non autorizzati o pretesi inviati di Dio allora solevano usare come arma efficace contro l’autorità ecclesiastica. 1 Nell’interesse dell’utilità del ministero pastorale avvenne inoltre, che nella medesima sessione furono tirati certi confini tra i diritti del clero secolare e quelli dei Regolari, per quanto lo permisero le questioni lasciate aperte sui privilegi degli Ordini. Ai vescovi fu concessa la podestà di visitare le parrocchie monastiche, il diritto di esaminare i candidati regolari agli Ordini sacri, la facoltà di consacrare e parecchie altre cose; fu legata a fisse condizioni la distribuzione dei sacramenti ed il seppellimento da parte dei religiosi e raccomandato alle due parti mutuo rispetto e carità. 2 Anche questa volta la seduta venne chiusa con un Te Deum, indi il papa con visibile devozione pregò un altro poco nel battistero di S. Giovanni in Fonte, la più antica cappella battesimale di Roma, giacente vicino alla basilica del Laterano. Fu una preghiera di ringraziamento perchè dopo molte gravi tempeste coll’abolizione della prammatica sanzione la Santa Sede aveva ottenuto un' importante vittoria.3 La tesa situazione politica determinò il papa a pensare di finire presto il concilio. Veramente l’imperatore stava perchè si continuasse ancora, ma pare che precisamele il suo desiderio espresso con importunità sia stato la causa dell’affrettata chiusura. Della cosa si trattò nel concistoro del 1° febbraio 1517. Il cardinal Gri-mani sollevò vivissima opposizione,4 ma Leone tenne fermo : la decisione venne presa in un lungo concistoro tenuto il 4 marzo. Secondo l’ambasciatore veneto la paura che l’imperatore se n’immischiasse pesò sì forte sulla bilancia che si fissò definitivamente la sollecita chiusura del concilio.5 La relativa proposta addi 13 marzo presentata in nome dei cardinali alla congregazione conciliare con tre abbozzi di decreti, vi incontrò sulle prime un po’ d'opposizione volendosi una nuova convocazione dei vescovi, ma finalmente tutti 1 Hefele-IIergenròther Vili, 707. Cfr. Hist. Jnhrb. V, 339 s. e Pavlcs, Hoffmeister 45. Sulle condizioni della predicazione d’allora v. anche la letteratura indicata da Fi,amisi 573. 2 IIefele-Hergenrother Vili, 714 s. 3 Cfr. Maurenbrecher, Kath. Ref. 109; Hinschius ITI, 425. 4 * i E1 card, di Grimani oppugnò quantum potuit > è detto nella * relazione cifrata di Gabbioneta al marchese di Mantova, in cui si fa cenno di questo concistoro (Archivio Gonzaga in Mantova). 5 * « Heri matina fu concistoro et stette fino a hore 20 passate et hanno tratato de serar il concilio ; la causa è perchè lo imperatore ha gerito de qui che per modo alcuno non si habbi a serar detto concilio et questi per temer li imperiali andamenti hanno deliberato di terminar esso concilio come è detto perchè hanno opinion che altri chel pontefice non possino chiamare el concilio ». ♦Lettera di Minio, Roma 5 marzo 1517, con raccomandazione di tener segreta la notizia (Archivio di Stato in Venezia).