L’opera ili Enrico VII contro Lutero. 565 Lutero e che in sostanza è veramente opera del re, 1 si prolungò fino all’autunno. Wol.sey, che aveva collaborato al libro, rinnovò ora in Soma i suoi tentativi perchè venisse largito al suo signore un titolo onorifico simile a quello dei re di Francia e di Spagna. * Il 14 settembre l’ambasciatore inglese Clerk presentò al papa in udienza privata quell’esemplare magnificamente legato dell’opera polemica del re, che ora si vede esposto nella biblioteca Vaticana accanto alle lettere d’amore di Enrico Vili ad Anna Boleyn. 3 Leone X lesse tosto le prime cinque pagine manifestando colle parole e coi gesti la sua sovrana soddisfazione. L’inviato si permise poi di richiamare l’attenzione di Stia Santità sulla dedica, che suonava così : « il re d’Inghilterra Enrico manda a Leone X quest’opera come segno della sua fede e della sua amicizia». L’ambasciatore voleva leggere al papa miope questa dedica scritta in 1 Creighton V, 163, n. 3. Così pure Bridgett, The Defender of thè Faith in Dublin Review XIII (1885), 243-268. <’fr. Laehmer, Vortrid. Theol. 14 s. e IIefele-Hergenròther IX, 587 s. “ So ne trattò in concistoro il 10 giugno 1521 (l’annotazione delle A etti con-sUt. data come inedita dal Creighton V, 321 s. è da lungo pubblicata in Laem-mer, Melet. 199 ss.), poi un’altra volta ai 14 dello stesso mese: vedi Kalkoif, Forschungen 83. Si trattava d’un antico desiderio di Enrico Vili, di cui si parlò già nel 1515; v. MartèNE-Duband III, 1274; BrOSCH VI, 137. 3 La segnatura di questo codice in pergamena è * Codice Vatic. 3731. La legatura è moderna; secondo Z vnelli (Bibl. Vat. 22; cfr. Mélange» d'nrehéol. XIV, 372) la splendida legatura originale fu rubata durante il Sacco. A f. 1 si trova la nota seguente : * Anno Dom. millesimo quingentesimo mgesimo primo die xil Octob. Sanctiseimus in ('/tristo pater et dom. dom. Leo divina providentin pupa decimile consignavit nobie Lamentio Parmcnio et Romulo Mamacino pon-tificiae bibliothecue custodibue httne librum in eadem bibliotheca citm aliis asser-vandtim et custodiendnm. Il f. 2 ha una magnifica miniatura: due angeli tengono l’arma del re inglese e poi segue il titolo: Aseertio || septem »aeramentorum ad || versus Martin. Lu || therum aedita ab || invictiesimo || Angliae || et Franchie rege et do. Hyberniae Hen || rico eius nominis octavo\\. Sotto, ancora l’arma inglese tenuta da un grifone e da un cane con tutt’attomo fiori. Fol. 3-4 dedica (l’E lirico Vili a Leone X. Fol. 4—5b: Ad lectores, indi il testo. Fol. 87b d’altra mano e in carattere più piccolo : Anglorum res Henricus Leo decime mitti || t IIoc opus et fidei teetem et amicitie. Sotto, autografa, la firma : Henricus. Oltre a questo esemplare esposto nel cofano dei cimeli della Vaticana, questa possiede anche parecchie altre copie dell’opera di Enrico Vili, cioè Membr. Ili, 1, in magnifica legatura di velluto rosso, ma senza la firma del re; Membr. Ili, 2, stampa in pergamena dell’ed. londinese del 1521, destinata al redi Portogallo, colla firma di Enrico Vili; Membr. Ili, 3, parimenti colla firma di Enrico Vili, legatura del tempo di Paolo III; Membr. Ili, 4, stampa su pergamena con miniature; nella seconda pagina miniatura raffigurante il re in ginocchio, che offre lo scritto al papa ; alla fine le parole : Anglorum rex etc. e la firma certo autografa, come le altre. La diversità delle firme prova che non si fece uso d’una stampiglia. Probabilmente anche questo esemplare fu come il ('od. Vatic. 3731 destinato a Leone X, al quale quindi fu offerta una copia scritta e una stampata. Approfitto dell’occasione per ringraziare il prefetto della Vaticana, P. Ehrle, della grande gentilezza con cui mi rese accessibili queste come altre rarità delle collezioni a lui affidate.