Spedizione dei cardinali legati. 151 cativo come questa vergogna del loro grande passato. La cauta e freddamente calcolante politica di Venezia era pur sempre indirizzata esclusivamente a tutelare i suoi propri immediati interessi : tutte le pur sì eloquenti rimostranze spuntaronsi contro questo miope egoismo. Ordinando le processioni il papa aveva avuto il riguardo di incaricarne il patriarca, per cui i Veneziani poteano affermare che tale misura non era partita da loro, ma dal papa siccome direttore supremo del culto. La processione poi non doveva tenersi senza il permesso della Signoria : ebbene questa lo rifiutò ed il papa s’acconciò in silenzio anche a questo. 1 II papa non potè darsi a lungo ad alcuna illusione circa il valore delle continue assicurazioni che faceva la Signoria di partecipare alla spedizione contro i Turchi, quando questa in realtà si movesse. Nè rimase ignoto al pontefice che in segreto la Signoria aveva rinnovato la sua pace col sultano, ma egli non riseppe che Venezia senza pudore tradì la causa cristiana, segretamene e precisamente istruendo di tutti i preparativi d’una crociata il nemico mortale della cidtura occidentale.2 La vera e propria decisione della faccenda della .crociata dipendeva dal successo che i cardinali legati otterrebbero in Ispa-gna, Frahcia, Inghilterra e Germania. Leone X avrebbe visto volentieri che tutti partissero il più presto possibile, come fece il Farnese,3 ma poiché il Bibbiena nel frattempo ammalò e la sua attività doveva svolgersi contemporaneamente agli altri legati, così si ebbe una dilazione.4 II 12 aprile Bibbiena, Campeggio e Canisio comparvero nel concistoro, in cui il papa impartì loro la sua benedizione e indi tutti i membri del Sacro Collegio accompagnarono i legati fino a S. Maria del Popolo, donde Bibbiena mosse verso la Francia il 13, Campeggio verso l’Inghilterra il 15, e Canisio per la Spagna il 16.5 Avendo il Cardinal Farnese fatto sapere che per malattia non potea proseguire il viaggio,6 ai 26 di 1 Manoscr. Torrig. XXIII, 13, 25. 2 Sanudo appo Lanz, Einleitung 204. 3 Intorno alla sua partenza il 28 marzo v. Paris de Grassis appo Hoffmann 405; cfr. D F Lie at i-Ar m elli ni 65-66. 4 Le credenziali del Bibbiena pel cancelliere Du Prat erano redatte fi.no dal 3 aprile 1518 (v. Charrièrf. I, 70 ss.) 0; * quelle pel duca Carlo di Savoia 9 aprile 1518 nell’A r c h i v i o di Stato in Torino, Marzo 19, n. 34. Ivi al ». 35 un * breve di Leone X, in data di Roma 10 aprile 1518, in cui si esorta il duca a ratificare l’armistizio quinquennale. s Col S ax udo XXV, 351 cfr. Ada consist, appo K alkoff, Forschungen 119 e Paris de G-rassis appo Hoffmann 407-408. V. anche la * lettera di B. Costabili, Roma 12 aprile 1518, in Archivio di Stato in Modena. 6 V. Manoscr. Torrig. XXIII, 7 e Paris de Grassis loc. cit. È molto dubbio so questa fosse la vera ragione. Kalkoff (Forschungen 101) sospetta che la legazione sembrasse poco allettante pel Farnese perchè i legati rimasero senza fa-•coltà. Insieme però deve avere avuto molta importanza l’aspirazione del Lang