70 Libro 1. Leone X. 1513-1521. Capitolo 2. ebbe l’ordine di offrire in segreto a Francesco I l’alleanza papale, per la quale dovea rinunziare ai suoi diritti relativamente a Napoli, ma Francesco rifiutò il progetto in maniera raspra ed offensiva, 1 nient’altro vedendo nella pretesa del papa che l’intenzione di procurare la corena napoletana al suo proprio fratello. Anche tutti gli storici venuti dopo hanno concepito quei fatti nel senso che Leone X si sia lasciato guidare unicamente da ambizione e nepotismo : soltanto le indagini dell’età nostra hanno aperta la strada a più giusta concezione. 2 È indubitato che Leone X avrebbe visto molto volentieri l’elevazione del fratello al trono di Napoli ; ma la sua domanda a Francesco I non partì principalmente da considerazioni nepotiste, sì invece fu una conseguenza della politica da lui fino allora seguita : poiché non potevasi più impedire l’assalto francese su Milano e troppe cose stavano in favore della sua riuscita, non rimaneva al papa altra scappatoia fuorché chiedere la rinunzia della Francia a Napoli se non voleva vedere Napoli e Milano in possesso della medesima potenza. L’antica paura dei papi di essere stretti da nord e da sud fu la vera ragione della pretesa che dal Canossa Leone fece esporre al nuovo signore di Francia. 3 Malgrado il rifiuto toccato al Canossa, Leone rinnovò nel giugno la proposta all’inviato francese Montmaur, non però con miglior successo. Altrettanto poca propensione addimostrò Francesco I verso le altre richieste pontificie relative all’indipendenza di Genova ed alla signoria di Giuliano sopra Parma e Piacenza. In seguito a ciò Leone con somma fretta prese disposizioni militari, in vista delle quali l’inviato francese dichiarò di non essere spaventato perchè il suo re verrebbe con forze superiori. 4 Riferendosi a queste vanterie dei Francesi il Bibbiena diceva che allora gli eserciti nascevano colla stessa facilità delle ciarle. 5 Frattanto la procurazione del danaro necessario alla guerra arrecava al papa le maggiori difficoltà : la sua disordinata economia finanziaria vendicavasi terribilmente. Promise tuttavia di Corrispondere alle spese di guerra con 60,000 ducati al mese.6 Altri impacci nacquero dalla disunione e sofisticheria di coloro, 1 V. le relazioni del Canossa al cardinale Giulio de’ Medici ia data 9 e 23 aprile 1515 nell’.Arcft. stor. Ital. App. I, 306 s. e la relazione 20 agosto 1515 pubblicata nell’xlrc?f. d. Soc. Bora. XVI, 212, che Nitti attribuisce al card. Medici, cosa che non può stare, perchè il Medici allora non era in Roma (v. Richard 113). Cfr. anche Baumgarten, Politile Leos X, 526. s. e Madelin 13-14. a V. la esposizione del !Nitti (57 s.), che io seguo. Cfr. le spiegazioni del Nitti co’suoi critici in Arch. d. Soc. Boni. XVI, 195 s„ 201 s. 3 Che Leone X non pensasse in prima linea all’elevazione di Giuliano celo prova il suo progetto di dare Xapoli al figlio di Federigo d’Aragona (v. Arch. d. Soc. Boni. XVI, 212). * Sanudo XX, 307, 341. 5 Lettera del 25 giugno 1515 (v. Richard 110). 8 Sanudo XX, 400, 426.