348 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. di Leone X era di 2150, con un valsente di quasi 3 milioni di ducati ed un reddito annuo di 328,000 ducati pei possessori, che pertanto avevano in media più del 10 % delle somme pagate allo Stato.1 Messi in opera oltre misura, insieme alle decime portavano entrate straordinarie specialmente i giubilei e indulgenze, che, per essere quasi del tutto scesi al livello di operazioni finanziarie, suscitavano grande e giusto scandalo. 2 Per questa via si alleviò ben poco la penuria del denaro, perchè gran parte appunto di questo peculio non arrivava alle casse papali, essendoché i principi ed i banchieri si assicuravano prima la loro molto pingue porzione. Del resto anche le indulgenze da lunga pezza non rendevano più tanto come prima. 3 Nell’anno 1517 Leone X trasse profitto per cavarne somme favoloso sia dalla punizione dei cardinali coinvolti nella congiura del Petrucci, sia dalla grande creazione di cardinali seguitane.1 Ma la penuria rimase stabile, chè il papa non pensò a moderarsi in qualche modo. Il nipote Lorenzo quando nel 1518 andò in Francia fu fornito a profusione.5 Non si rifuggì da alcun mezzo per procurar denaro: si contrattarono anche gli uffici più alti.8 Come il cardinalato diventò venale anche il camerlengato, per la qual dignità Innocenzo Cibo, che la tenne poi per pochi mesi, 7 dovette sborsare 30,000 ducati, secondo altri 35,000 o 40,000, anzi il suo successore Francesco Armellini n’avrebbe dati 60 o 70,000. 8 Ma tutte queste somme 1 Reu.mont III, 2, 283-284. * Cfr. sopra p. 220 s. “Cfr. Sciiulte I, 185 s. 4 Cfr. sopra p. 114 s„ 120 s., 120. s Cfr. Verdi 95 s. 0 Omnia mini venalia scrive l’ambasciatore veneto: San ino XXX. 188. Cfr. le relazioni del Manuel in Llorente I, 475, 476, 481 e le satire (lei 1518 in Giorn. d. hit. lini. XVII. 335 ss. 7 Dopo la morte (li Riario (7 luglio 1521, v. sopra p. 123) aveva ottenuto il camerlengato Cibo escluso Arme/lino qui magnani controversiam jecernt, come dice nel suo * Diariarn Biagio di Barone Martinelli da Cesena. Prese possesso dell'ufficio il 7 agosto (Delicati-Armellini 86), ma ai 2 di ottobre Card. Armellinus eepit possessionem Camerariatus offieii, in Camera apost. eshibuit lit-teras offieii etc. Card. Cibo propter ho'- discessit a curia indignatili!. * Diarium cit. Cfr. GtARAmpi, App. 197 e Marini I, 271. 8 San Udo XXXI, 106. 117, 404. 453; .XXXII, 8. Cfr. Cesareo in .Xuora Sassegna 1894, I, 71 ss. Ai 16 di luglio del 1521 B. Castiglione riferisce al marchese di Mantova: * « Scrissi a V. Ex. alli dì passati che mons. rev. Cibo havea havuto il camerlengato e fìi vero, pur mons. Armellino ne offerse al papa quaranta milia ducati di modo che così bella proferta fece un poco titubare el papa in questi tempi del bisogno di modo che mons. Cibo ha pagato trenta milia et hallo ottenuto ». Ai 24 di luglio : * stamattina in Consistorio » fu nominato il Cibo a Camerlengo « et ha pagato trenta m. due. ». Ai 19 di settembre : * « Quella (V. Ex.) havera saputo come monsig. rev. Cibo hebbe a questi dì el camerlengato e poi a X. S. è piacciuto che S. Srl* R“» lo renunti a monsig. Armellino il quale ha pagato molti e molti migliara de ducati e cosi