194 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 7. Anche i papi del secolo xv si caricarono di grave colpa col dare posti ecclesiastici ad indegni o incapaci e concedendo con troppa liberalità dispense pel cumnlamento dei benefizi e per l’obbligo della residenza. È chiaro di per sè quale triste effetto dovessero produrre le concessioni senza numero di benefizi su benefizi, di lettere di riserve e di aspettative fatte dai papi ai niente scrupolosi cacciatori di benefizi, che a migliaia passavano le Alpi. L’odio verso qtiesti « cortigiani » era generale. 1 Tutto questo contribuì a dilatare, in larga cerchia un profondo malcontento per le condizioni ecclesiastiche, che aveva di mira eziandio i papi. Oltracciò sul clero dovette esercitare un influsso sommamente dannoso la circostanza, che gli antichi istituti d’istruzione per gli ecclesiastici, i seminarii vescovili, avevano quasi del tutto perduto la loro importanza. Per quanto coltivassero anche la scienza teologica, le università non potevano offrire un compenso bastante come luoghi di educazione ecclesiastica, perchè erano frequentate soltanto dalla parte minore del clero. E così accanto al clero superiore ed istruito avevansi nella cerchia del clero inferiore molti inadatti e ignoranti, i quali, come nota il Tritemio, 2 non davansi pensiero dello studio delle Sacre Scritture e spesso non sapevano a sufficienza neanche la lingua latina. Però anche queste accuse come le altre contro il clero di quel tempo non debbono generalizzarsi troppo. Precisamente l’attività di uomini coinè Tritemio, Wimpheling, Geiler von Kaisersberg ed altri, che spesso si esprimono tanto fortemente intorno ai difetti, mostra a chiare note che nella chiesa di Germania accanto ai troppi cattivi esistevano pur sempre molti buoni elementi. Persino Giovanni Nider, tanto severo denunziatore delle vergogne del clero d’allora, pone espressamente in guardia dal generalizzare in modo esagerato,3 perchè in ogni condizione vivono insieme buoni e cattivi, ma il male è sempre preso in maggior considerazione che il bene. Come a lato dei molti indegni c’erano vescovi egregi, così eziandio in Germania sia nel clero in cura d’anime sia negli Ordini c’erano tuttavia ovunque molti degni e coscienziosi preti, cosa incidentalmente attestata anche da Wimpheling, che spesso giudica tanto duro.4 Allo scoppio dello scisma apparve chiaro, che, a lato della folla straordinaria di preti e monaci indegni, i quali per mancanza di cultura e di scienza teologica e specialmente per deficienza morale si buttarono 1 Wimpheling ha dipinto il romipeta nel suo Stylpho (nuova ed. IIolstein, Lai. TAteraturdenlmàler VI): efr. Knepper, Wimpheling 35 s. ; cfr. 197 s. Sui cortigiani tedeschi in Roma v. Kalkoff, Aleander 131 s. A ragione A. D. Me ter (70 s.) accenna alla grande parto tenuta nei «gravami della nazione germanica dalla collazione dei benefizi sotto il punto di vista meramente finanziario. ! De l'itne sacerdotali8 ìnstitutione. Cfr. Silberxagl, Trithemius 24 ss. 3 Cfr. J AN SSEN -P ASTOR I1*, 721. 4 Alla fine del de urte impressoria appo Jannsen-Pastor I1*, 438 s.