'288 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 8. Essendo sembrato che col trattato dell’ottobre la Francia fosse stata guadagnata, Leone X volle approfittare del favore della situazione, ma, certo principalmente per ragione di Venezia, non ardì procedere apertamente contro Ferrara e però ricorse all’astuzia. Senza che sulle prime Alfonso stesso lo sospettasse, 1 egli fece i ntra-prendere dai banditi da Ferrara un colpo di mano per sorprendere la città, ma il tentativo naufragò contro la vigilanza del marchese di Mantova.2 Fu invece favorita dalla fortuna l’azione del papa contro i piccoli « tiranni » nella Marca d’Ancona e nell’Umbria, i quali •contro ogni diritto avevano usurpato un potere, che per lo più non era molto differente da quello dei precedenti tiranni. Da lunga pezza le continue lamentele della popolazione oppressa da questi usurpatori, che amministravano senza scrupolo, facevano apparire necessario un procedimento. Nel marzo 1520 Leone X ritenne fosse venuto il momento buono e bentosto i tiranni della Marca tremarono per le sue energiche misure.3 Insieme a Niccolò Bonafede, vescovo di Chiusi, nominato governatore della Marca, Giovanni de’ Medici ebbe allora l’incarico di sottomettere il signore di Fermo, Lodovico Uffreducci, figlio dello scellerato Oliverotto a tradimento giustiziato da Cesare Borgia. Da abile condottiero Lodovico si difese valorosamente, ma in uno scontro presso Monte Giorgio perdette signoria e vita. Così Fermo ritornò sotto l’immediato dominio del papa, ed ora anche i luoghi circostanti cacciarono i rappresentanti del caduto. 4 La stessa sorte toccò a parecchi altri piccoli tiranni della Marca, alcuni dei quali, come i signori di Recanati e Fabriano, furono giustiziati. Venne pure abolita la signoria di Ettore Severiano a Benevento. I mezzi usati in questa pulitura delle Marche vanno condannati siccome in parte equivoci e certamente indegni di un papa, ma « il paese dovette allietarsi dei risultati » ; Niccolò Bonafede fece di tutto per stabilire ordine e tranquillità, ed anche ora il governo degli ufficiali pontificii si ad- 1 Questo risulta dal dispaccio 14 gennaio 1520 dell’inviato estense a Roma appo Balan VI, 25. 2 Guicciardini XIII, 3. Pistofilo in Atti Moden. Ili, 516. Baumgarten, Karl. V, I, 197. N itti 270. Il tentativo del Balan VI, 25 di rappresentare Leone X innocente della macchinazione contro Ferrara, pare vano di fronte alle fonti. Cfr. anche Semper, Carpi 14, il quale rileva che la politica d’allora considerava lecito simili infrazioni della pace. Cfr. anche nel Corriere della Sera 1906, n. 282, la recensione del Luzio di questo mio volume. 3 Sanudo XXIX, 395. 4 Cfr. Alfani, Me/m. Perugine in Arch. stor. Hai. XVÌ, 2, 286 s. Iovius, Vita 1. 4. A mi ani, Meni, di Fano II, 123. Fracassetti, Vita di X. Bonafede, Pesaro 1832, 117-166. Balan VI, 26. Arch. d. Soe. Fom. XIII, 222. Sull’azione contro i capipartiti di Fabriano e Recanati v. la * relazione di Ang. Germanello, Roma 24 marzo 1520, nell’ Archivio G-onzagain Mantova.