344 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. molte guerre era riuscito a lasciare un tesoro considerevole al suo successore.1 Parve che Leone X considerasse inesauribile questo tesoro : a piene mani egli disperse quanto il suo predecessore avea sì faticosamente raccolto. Liberalità e bontà naturale, nepotismo, * vivo interesse per la letteratura e le arti, smisurata tendenza alla pompa e al lusso fecero sì che nel breve spazio di due anni fosse dato fondo al grande tesoro di Giulio II.3 Bibbiena, l’uomo che nel primo periodo tenne l’ufficio di tesoriere generale, 4 avrebbe avuto il dovere di mettere in guardia e di porre un limite, ma ili fatto di denaro questo spensierato toscano si addimostrò liberale e senza cure tanto quanto il suo signore. L’avido Ferdinando Pon-zetti, che nell’autunno 1518 era diventato tesoriere generale in luogo di Bibbiena, 5 sebbene si rivelasse molto ingegnoso nell’inventare nuove fonti di soccorso, non riuscì tuttavia a ristabilire l’equilibrio nelle finanze pubbliche perchè Leone X dava a piene mani da tutte le parti: a suo fratello Giuliano il papa fece un regalo di nozze di nientemeno che 16,000 ducati.6 La primavera del 1515 regnava il vuoto assoluto nella cassa papale e da allora Leone X non è mai più saltato fuori dalle difficoltà finanziarie. Furono tentati i mezzi più svariati per procurare denaro. Ben presto Leone X ricorse all’ istituzione di nuovi uffici e cariche,7 e vi si aggiunsero altri espedienti sospetti e in parte riprovevoli, ma a nulla valsero tutte le pratiche messe in opera per migliorare le finanze: le entrate sia ordinarie sia straordinarie erano lontanissime dal bastare alla soddisfazione dei bisogni. Questo disagio crebbe di molto in causa della guerra d’Urbino, che fin dal principio inghiottì somme molto .rilevanti.8 La conseguenza di questa disgraziata impresa fu la rovina completa delle finanze, che il papa cercò di impedire con larghi prestiti fatti non solo coi banchieri, ma anche con privati, cardinali e curiali ; 9 tutto questo però diede tanto poco vantaggio quanto le arti finanziarie consigliate dai cardinali 1 Cfr. il nostro vol. Ili4, libro III, 1 alla fine. ’ Cfr. Gian, Musa Medicea.8. sSanudo XX, 341. * Regest. Leonis X, n. 43. 5 Ibid. n. 4647 ; cfr. Vitali, Tesorieri xxxvi ss. e Gottlob, Conerà Apostolica 277. 6 Secondo i dati specificati di L. Canossa (in Fabronius 278 s.) le entrate assegnate a Giuliano importavano 59,600 ducati l’anno. Stando a Iovios, Vita, 1. 3, il matrimonio di Giuliano costò al papa 150,000 ducati, ma certamente questo conto è troppo alto: anche altrove il Giovio è molto poco sicuro nelle cifre. Egli esagera il numero degli abitanti di Koma, come pure le spese per gli arazzi di Raffaello. 7 Regest. Leonis X, n. 9787 ; v. San UDO XX, 142, cfr. 362, 400, 426; XXII, 217. 8 San UDO XXIII, 554; XXIV, 142, 144, 180, 274, 376; cfr. sopra 184 s. ’ Cfr. la * testimonianza di Cornelio de Fine data a p. 135, n. 5 (B i b 1 i o- teca Nazionale di Parigi).