474 Libro 1. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 2 a. perabili nel mondo intiero in fatto di bellezza ».1 Anche il veneziano Marcantonio Michiel attesta, che i nuovi tappeti erano da tutti considerati siccome l’opera più bella del genere, che si fosse mai creata e che stava al di sopra vuoi dei tappeti dell’anticamera di Giulio II, vuoi di quelli del marchese di Mantova e della casa reale di Napoli. * Gli eruditi del nostro tempo diedero giudizi più temperati e trovarono difetti commessi nella esecuzione,3 affatto sorvolati sia dagli immediati contemporanei, sia dai venuti dopo. « La quale opera », scrive Vasari, « fu tanto miracolosamente condotta che reca maraviglia il vederla, ed il pensare, come sia possibile avere sfilato i capelli e le barbe e dato col filo morbidezza alle carni : opera certo piuttosto di miracolo, che d’artificio umano, perche in essi sono acque, animali, casamenti e talmente benfatti, che non tessuti, ma paiono veramente fatti col pennello ». 4 La prova migliore di quanto largamente si diffondesse e di quanto a lungo durasse la grande ammirazione pei tappeti di Raffaello ci è fornita dalle molte stampe 5 e dalle ripetizioni dei medesimi in arazzi eseguiti in parte nello stesso secolo xvr. I prodotti migliori di quest’ultima specie adornano al presente le collezioni artistiche di Berlino, Dresda, Madrid e Vienna, nonché la cattedrale di Loreto.6 Gli originali vaticani ebbero le più svariate sorti, nelle quali si rispecchiano mirabilmente le vicende della potenza pontifìcia. Dopo la morte di Leone X, a causa della penuria finanziaria, furono messi in pegno,7 più tardi poi riscattati e nuovamente adoperati per l’ornamento della Sistina, dove facevano bella mostra di sè ancora nel maggio'del 1527 allorquando in quel santuario fu messa al sicuro la salma del Borbone. 8 Ma ben presto i fili d’oro intessutivi stuzzicarono la rapacità dei mercenarii e poiché il tentativo di fonderli fatto nella metà inferiore dell’arazzo rappresentante l’acciecamento di Elima, diede risultati troppo lievi, alcuni pezzi, 1 Passavant II, 232. 2 CICOGNA, Marctinttmib Michiel 405-406. 3 Cfr. le illustrazioni di persona competente, quale il Gf.rspach, in Ber. de l'Art. c.hrét 1901, 10{t ss. 4 Vasari VIII, 47-48. 5 Cfr. Passavant IL 256 ss.; Ruland, IKori.« oj Raphael, London 1876; Farabulini 33 ss.; Muntz, Tapiss. de Raphail 21 s. 8 Cfr. Passavant II, 273 ss.; Waagen, Die Kartons von Raffael, Berliu 1860; Fauabuoni 28; Muntz, Tapisx, de Raplutei 25 s.; Jahrb, di kunsthistor. Stimili-hinrjen d. Kaiserhauses II, 208 s. V. anche Gaz. des Beaux-Arts XXIV (1900). 224. 7 V. la notizia del 17 dicembre 1521 neU’accennato * ImenUirinm, stampata in Muntz, Chronique des Arts 1876, 247 e Hist. de la tapisserie 21, n. 1. 8 Questa notizia di Sanuno (XI,V, 418) finora fu inosservata da tutti i dotti che si occuparono dei tappeti. Già nel 1526 gli arazzi furono rubati per breve tempo nel sacco dei Colonnesi; v. Sanudo XLII, 700.