Leone X contro Giampaolo Baglioni. 289 dimostrò « infinitamente migliore di quello di questi illegittimi ^ignori ».1 Peggio ancora dell’Uffreducci s’era diportato il tiranno di Perugia, Giampaolo Baglioni. Vanamente aveva Leone X tentato di vincolarlo alla sua persona con onorifici incarichi; * Giampaolo ricompensava tutto con tradimento. Durante la guerra urbinate costui prese un’attitudine più che equivoca, anzi nel processo contro il Cardinal Petrucci sarebbe venuta fuori una lettera rivelante la sua complicità. Gli interminabili litigi nella casa dei Baglioni diedero nel marzo 1520 un’occasione gradita a Leone X di annientare il pericoloso e infedele vassallo.3 In causa della cacciata del cugino Gentile e della esecuzione capitale dei suoi aderenti, Giampaolo venne citato a Roma, ma egli, che era ben conscio •Iella sua colpa, non comparve e mandò invece il figlio Malatesta il quale evidentemente dovea investigare se in realtà ci fosse da temere qualcosa di serio da parte del papa. Poiché però Leone seppe celare con molta abilità i suoi veri sentimenti, Giampaolo si lasciò persuadere da amici suoi, specialmente da Camillo Orsini, di recarsi a Roma. È manifesto che egli confidava sulla protezione di questo potente signore, con cui da poco s’era maritata sua figlia. Non è provato che Leone X gli abbia dato un salvacondotto. 4 Con forte sèguito, nel quale parecchi Orsini, Giampaolo Baglioni comparve in Roma addì 16 marzo e il giorno dopo fece la sua visita al papa, che trovavasi in Castel S. Angelo, ma il castellano lo fece tosto carcerare. Il governatore di Roma gli fece il processo insistendo i cardinali Bibbiena e Armellini perchè lo si punisse col massimo rigore.5 Allorché giunse notizia della cosa a Perugia, 1 Reumont III, 2,109. Fracassetti nell’opera citata a p. 288, n. 4, p. 162 s., 167 s. ’Vermigligli, Vita di Malatesta V Baglioni 27. Sugenheim 421. a Cfr. Guicciardini XIII, 5. Tizio, * Uist. Senen. in Cod. O. II, 38, fol. 252 della Chigianain Roma, F abretti, Capitani venturieri dell' Umbria, III, 221. Balan VI, 27, n. 1. Cipolla 853 s. Cfr. Fabroniüs 309; Bonazzi II, 74. In una * lettera da Roma 10 marzo 1520 Ang. Germanello dà la notizia d’una Congre-gatione extraordinaria tenuta il 9 marzo per ragione di Giampaolo Baglioni (A r-chivio Gonzaga in Mantova). 4 Di già il Reumont (III, 2, 108) dichiarò dubbio il >i salvacondotto autografo » di Leone X pel Baglioni presentato come sicuro da Sia mondi (XIV, 504), Sugenheim (422), de Leva (I, 92), Gregorovius (IV, 516) e Bonazzi (II, 78). Balan (VI, 27, n. 5) fa valere in contrario una serie di ragioni, di cui la più importante è che Ar.Fani esclude direttamente un salvacondotto osservando (288) : Si dice X. S. aver detto che Giovan Paolo andasse non avendo errato ». L’inviato ferrarese Paolucci dice semplicemente : « Baglioni ed altri « furono conducti dove sono da bone parole ». Appunto questo toste avrebbe fatto cenno di un salvacondotto, se fosse esistito. Anche Ang. Germanello nella sua * relazione del 17 marzo (App. n. 59) nulla dice di un salvacondotto (Archivio G o n- 2 a g a in Mantova). 5 Cfr. la * relazione 3 aprile 1521 di Ang. Germanello (Archivio Gon-2aga in Mantova). Pastor, Storia dei Papi. IV, i. 1»