456 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 11, 1. che danno, abbiamo concesso alla loro chiesa lina indulgenza plenaria ». 1 Alla fine dell’edizione del Tacito curata dal Beroaldo 2 si vede l’arma del papa con sotto le parole : « A nome di Leone X si promettono larghe ricompense a coloro, che gli cedono scritti antichi non ancora pubblicati ». L’edizione contiene inoltre un privilegio del papa contro illecite contraffazioni, nel quale Leone X con eloquenti parole giustifica lo zelo, col quale proteggeva la letteratura profana : « Dacché, elevati da Dio alla dignità del pontificato, ci dedicammo al governo e alla dilatazione della Chiesa, credemmo cogli altri oggetti di dovere curare specialmente la letteratura e le belle arti, essendoché dalla prima gioventù eravamo penetrati dalla convinzione, che dopo la conoscenza e vera adorazione del Creatore, nulla di meglio e più utile per gli uomini si desse di quegli studi, che non soltanto sono un ornamento e regola della vita umana, ma anche giovevoli in qualsiasi condizione, che ci consolano nella disgrazia, ci allietano ed onorano nella fortuna e senza i quali l’uomo sarebbe spogliato di tutte le grazie della vita e di tutto l’ornamento della società. La sicurezza e l’estensione di questi studi sembrano dipendere principalmente da due circostanze, dal numero sufficiente di uomini dotti e dal ricco corredo di eccellenti autori. Quanto ai primi noi speriamo coll’aiuto di Dio d’avere finora chiaramente mostrato che è nostro ardente desiderio e fermo proposito onorarli e compensarli secondo il merito, cosa che fu sempre il nostro maggior diletto. Per ciò che riguarda l’acquisto di libri, ringraziamo Iddio che ora pure ci è offerta un’occasione di promuovere il vantaggio del genere umano ».3 Certamente nessun papa ha celebrato con maggior energia l'importanza dei classici antichi; ma, pur riconoscendo l’entusiasmo di Leone X per gli autori dell’antichità, non può tacersi che nell’interesse pei medesimi spesso egli andò troppo avanti, come, per esempio, allorché accettò la dedica della prima edizione d’una composizione poetica di Eutilio Namaziano senza badare che questo zelante pagano diceva la dottrina dei cristiani peggiore del veleno di Circe in quanto che questo trasforma solo il corpo, quello lo spirito.4 1 A Melk falli il tentativo di Leone X di acquistare codici (v. Heibltsger I, 718): da Montecassino invece egli ottenne alcuni codici (v. Ehrjìard in Hist-pol. El. CV, 641 s.). 2 Quantunque stampato a Roma nel 1515, ora non esiste nell’eterna città alcuu esemplare di quest'edizione, sulla quale con Moreni, S. Lorenzo I, 259 cfr. anche Paquier, Vita Beroaldi 32 s. Ne possiede invece un bell’esemplare la Nazionale di Parigi. 3 La lettera, data in versione da Roscoe-Henke li, 157 s., è del Sadoleto. Nel privilegio contro le riproduzioni Hutten vide l’invidia di Leone per la cultura intellettuale del popolo tedesco! Cfr. Strauss II, 30. 4 Vedi Itaciüs Lemxiacus, Des Claudius liutìlius Namatianus Heimkehr, Berlin 1872, 25, 31. Cfr. Gl. Rut. X amati an us ed. crit. p. Vessereau, Paris 1904.