86 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 3. in alcune vie udissi vociare « sega », il grido di guerra dei Ben-tivogli, che avevano nell’arme una sega. 1 Ne furono puniti i colpevoli, i quali così avevano reso il peggior servizio alla causa dei Bentivogli poiché in seguito non si potè più parlare di restituzione intiera dei medesimi. ! Xon soltanto il maestro delle cerimonie, ma anche i cardinali erano adirati per l’ostile atteggiamento dei Bolognesi : volevasi indurre il papa ad esprimere il suo malcontento, ma questi conservò la lieta faccia del perfetto diplomatico, il quale in simili casi con prudente calcolo fa finta di nulla vedere. 3 Quasi contemporaneamente al papa erano giunti in Bologna Odet de Foix e Luigi de Trémouille come inviati del re francese. Francesco I, cui era stato dato il benvenuto a Parma da Lorenzo de’ Medici con quattro prelati ed al confine dello Stato ecclesiastico dai cardinali Medici e Fieschi, affrettò talmente il suo viaggio che il 10 dicembre arrivò sul ponte del Reno a tre miglia da Bologna. Ivi ricevette la visita del Cardinal Sanseverino e del maestro delle cerimonie Paride de Grassis, coi quali vennero fissati tutti i particolari dell’abboccamento e dell'ingresso. Nè fu sola a creare difficoltà la pedanteria del maestro delle cerimonie, alla quale il re oppose spirito ed arguzia, chè perfino allora manifestossi una diversità d’idee di natura più profonda, non volendo il papa, giusta le convenzioni stabilite, dare alla conferenza tutta l’estensione voluta dal re. 4 L’ingresso del re ebbe luogo l’il dicembre al suono di tutte le campane.5 Francesco I cavalcava un focoso destriero nel mezzo Moneta in due * lettere, datate ainemlue da Bologna l’8 die. 1515, nella seconda delle quali egli parla indignato di questa « entrata brutta et infame : et questo è proceduto per la fredezza di questi Bolognesi. Li archi et altri ornamenti erano brutissimi et il più bello spectaeulo è stato quello delle donne, quale credo siano le piti brute del mondo » (Archivio Gonzaga a Mantova). 1 Tizio, * Ili st. Senen. nel ('mi. G. II, 38 della C h i g i a n a. Pabronius 95. V. anche la lettera di Gabbioneta 10 die. 1515 citata nella nota seguente. ’ * Quello cridar Sega, Sega è stata la mina di Bentivolii »(Archivio Gonzaga in Mantova). 3 * « Ego dm papae bollori suo male consultuni per cives Bononienses et papa visus est non curare aemper subridens de bis ». Alla fine della descrizione dell’ingresso Paride de Grassis torna a notare : * « Et quideni parce si non ignominiose se Bononienses liac vice habuerunt versus pontificem, qu. tainen adversus eos in nullo aperuit os suum * (B i b 1. Rossiana a Vienna). 4 Vedi Paris de Grassis, Diaria m loc. cit. Madeldt 52-58, 66, ove però va letto 8 invece di 5 dicembre. 5 Per ciò che segue oltre Paris de Grassis in Ratnald 1515, n. 29 s. e Fa-bronius 280 s., efr. specialmente le relazioni in Sanudo XXI, 378 s., 380 s.. 392 s. Rapporto dell’inviato imperiale presso Le Glay II. 85. Tizio, * Hist. Senen. nel Cod. G. II, 38 della Chigiana. * Relazione di Stazio Gadio, Bo-