rasino e Leone X. 447 La maniera delicata e piena di riguardi con cui si concessero lo grazie domandate prova quale valore si desse in Roma all’ap-pagamento della prima celebrità letteraria di quel tempo. Alla fine di gennaio del 1517 furono spediti tre brevi, due dei quali concepiti in modo, che nessuno comprendeva di qual macchia fosse infetta la nascita di Erasmo e perchè fosse incorso in censure ecclesiastiche. 1 Nella sua lettera di ringraziamento Erasmo prometteva di sforzarsi « con mani e piedi » ad accrescere la fama ilei papa, che arrecava « l’età dell’oro » per la pietà e la scienza. 2 Anche in seguito rimasero buone come per l’addietro le relazioni del più celebre umanista col più famoso mecenate. Cosi fu anche quando crebbero in Roma le voci elevanti le più acerbe accuse contro Erasmo quale autore e fautore dell’eresia luterana. Erasmo stesso sentì che il suo rapporto con quella faccenda prestava fianco all’assalto e perciò si affrettò ad allontanare qualsiasi cospetto mediante le più forti dichiarazioni di devozione. Nella lettera in cui faceva le sue scuse Erasmo toccò molto abilmente una corda, della quale era sicuro che essa risuonerebbe entro Leone X. Rappresentò i suoi nemici anzi tutto siccome nemici della scienza i quali lo assalivano solo perchè egli la difendeva. « Dalla nascita costoro sono nemici delle Muse e delle Grazie, costoro menano una guerra senza fine contro gli studi, di cui nulla comprendono. Lppure gridano : è in pericolo la religione, della quale naturalmente si considerano i puntelli ». Da tutto questo però Erasmo non intende lasciarsi trarre fuori di strada nel suo nobile operare cd enfaticamente assicura : « per quanto insignificante possa essere il mio talento, esso è per sempre dedicato a Cristo, alla cui gloria 'oltanto servirà, servirà alla Chiesa romana, al capo di questa < hiesa e in modo affatto speciale a Vostra Santità, alla quale rendo infinite grazie ». 3 Ma poiché neanche ora si tacquero gli accusatori, primo fra tutto l’Aleandro, Erasmo si rivolse un’altra volta al papa in persona. Uomini disonesti, così egli dichiara sotto il 13 settembre 1520, nemici delle belle scienze, vogliono calunniarlo quasi che faccia sua causa di Reuchlin e di Lutero. Nulla di più falso. Egli non conosce Lutero, non ne ha letto neppure gli scritti, ’salvo dieci 0 dodici pagine circa, che del resto ha scorse frettolosamente. Da questo poco materiale gli è parso che Lutero possegga attitudine per interpretare la Bibbia alla maniera degli antichi : però dopo aver appreso i torbidi suscitati dal medesimo, egli ha sentito tale orrore che persino con minacce ha dissuaso il libraio Froben 26 s' n, .eve 'n Eras mi Op. Ill, I, 166, gli altri due in Vischer, Erasmiana , ’n ProPosito Janssen-Pastor ii18, 7, n. 3 e Hastfelder 132 s. 3 1 Hartfelder 133. Lettera 13 agosto 1519. Eras mi Op. Ill, I, 490, Cfr. Hartfelder 134 s.