168 Introduzione. Certe espressioni del Savonarola rispetto all’arte non si possono scusare di parzialità e di esagerazione ; ma per parecchi riguardi la sua opposizione ai traviamenti dell’arte di allora era affatto giustificata. Non si può negare che specialmente negli ultimi decennii del secolo XV cominciò a infiltrarsi nell’arte italiana un indirizzo sensuale e pagano, che colla sua molle grazia avrebbe interpretato umanamente anche le cose sante, un indirizzo che si deve designare come un difetto anche dal punto di vista estetico. Basta dare uno sguardo a molte opere sorte a quel tempo per constatare un forte incremento del realismo e il gusto crescente degli artisti nel riprodurre tutti quei numerosi accessorii, che gl’italiani avevano cari nella vita giornaliera e davan piacere all’occhio del pittore. Egli è indubitato che proprio al tempo del Savonarola entrambe queste cose non di rado «prevalevano talmente e passavano così in prima linea, che il motivo dell’opera d’arte ne veniva a soffrire, alia stessa guisa che d’altra parte esso, stante quell’involontario naturalismo, difficilmente era riconoscibile come un motivo sacro destinato a suggerire sentimenti divoti». I maestri del primo rinascimento che fortemente curano l’elemento decorativo (Ghirlandaio, Signorelli, [Rosselli, Botticelli e Gozzoli), nelle loro rappresentazioni sacre seguono esageratamente la moda nuova di introdurre figure della società contemporanea.1 Sono special-mente caratteristici, per questo modo di procedere, gli affreschi del Ghirlandaio in S. Maria Novella di Firenze2 e il ciclo delle pitture alle pareti della Sistina, dove nella Cena del Rosselli s’affollano spettatori borghesj persino col cane e col gatto.3 La consuetudine, che conduceva spesso ad abusi, di riprodurre come santi i ritratti dei contemporanei, crebbe via via nella seconda metà del secolo xv. Se già il Donatello per modellare la sua statua di un profeta si servi di un uomo come il Poggio4 la cosa passa i confini del lecito. Lo stesso dicasi in certo senso del-YAdorazione dei Magi del Botticelli, degli affreschi di Benozzo Gozzoli nel Campo Santo di Pisa e in S. Gimignano e di quelli del Ghirlandaio in S. Maria Novella di Firenze. Molto peggio ancora 1 Burckhardt, Hcitràge 249 s. ,Ofr. Warhubo, liildtiiskunst u. Fioretti iner Bììrgenlum, 1002. 3 Per quante bellezze offrano gli affreschi del Ghirlandaio nel coro di S. Maria Xowlla. bisogna tuttavia dichiarare come una si»ecie di profanazione della istoria .Sacra il fatto, che in essi vi sono dipinti non meno Idi 21 ritratti di membri delle due famiglie, che ordinarono quegli affreschi. Muntz, Précurseur* 230. Ofr. Burckhardt, Jtcitràgc 215 s. * L’aito Rinascimento abbandonò, ed è cosa notevole, questo procedimento, che fortemente distrae, a vantaggio di maggior unità e più vivo effetto del motivo principale. * Cfr. in proposito E. Walser. Poggia» Fiorentina» 314 s.