Giudizio finale su Giulio If. 865 stocco e del berretto benedetti ; alla consegna che ne fece il nunzio, questi dichiarò il berretto come «insegna della difesa dei fedeli». Lo stocco, conservato nel Museo di Vienna, fu dato dal rappresentante del papa al re espressamente per far guerra contro gli infedeli. Ma per quell’ombra di re, che allora signoreggiava Ungheria e Boemia, si trattava solo di ottenere denaro, chè non pensava a qualsiasi seria azione contro i Turchi.1 Non ostante questo insuccesso, Giulio II anche in seguito non perdette di vista l’idea della crociata. Nelle trattative di pace con Luigi XII (marzo 1511) tenne una parte importante il progetto d’una campagna contro i Turchi, alla quale il papa voleva partecipare in persona e perciò nel giugno egli poteva in verità assicurare che nelle sue mire politiche non si lasciava guidare da motivi nepotistici, ma che gli stava a cuore l’onore e il bene della Chiesa. L’ambasciatore mantovano, che da principio aveva giudicato scetticamente i progetti di crociata di Giulio II, scrisse in data 2 agosto ¡1511 non esservi dubbio, che, stabilita la pace, il papa voleva marciare in persona contro gli infedeli.2 Quando, un anno dopo, la signoria dei Francesi in Italia era prossima alla rovina, Giulio II in una lunga udienza svolse all’ambasciatore mantovano Folenghino il suo programmila, politico : unione di tutti gli Stati italiani per cacciare completamente i Francesi dalla penisola appenninica, poi avviamento di un grande e vigoroso attacco contro gli infedeli. Egli credeva di potere attuare questo coronamento delle sue imprese militari perchè fidava in una predizione fattagli, che cioè aveva ancora tre anni di vita.3 Bugiarda speranza, chè nel febbraio 1513 i cardinali circondavano il suo letto di morte. Allorché in quell’ora solenne esortò i membri del Sacro Collegio a continuare le sue aspirazioni, egli pensò certamente all’impresa della crociata, che faceva parte pure del programma del concilio lateranense. Così Giulio II ci sta innanzi come uno dei più poderosi pontefici dopo Innocenzo III,4 inesauribile nell’abbozzare grandi progetti per la grandezza ed esaltazione della Chiesa, instancabile 1 Cfr. Sanuto X. 851 : Modebn, Geweihte fiiehwerter, ln Jahrb. der Kun-sthist. Samml. des österr. Kaiserhauses XXII, 150, ove anche riproduzione e descrizione dello stocco. 2 Luzio loc. cit. ha pubblicato dall’Archivio Gonzaga le relazioni di J. d’Atrls del 1° marzo. 20 giugno e 2 agosto 1511. 8 V. la relazione di Folenghino del 28 agosto 1512 presso Luzio, Isabella d'Este di fronte a Giulio II 175-176. * « Il più grande papa dopo Innocenzo III », dice il Gbeoobovius, Grabdenkmäler 125. A questo papa lo paragona anche il Sitgenheim 391. Artatjd-Mojjtob IV, 219 dice di Giulio ch’egli fu il più grande monarca che abbia seduto sulla sede apostolica e come tale, sebbene fosse non dei sommi (de Maistre 210), Pure è stato uno dei più grandi pontefici. Cfr. anche il guidizio di Leo e di Pastor, Storia dei Papi, III. 55