Egregi prelati. Sauti del rinascimento. 6!> minò una serie idi eccellenti cardinali, fra i quali erano particolarmente insigni Domenico Capranica, Giuliano Cesarmi, Nicolò d’Albergati. Eugenio IV fregiò della porpora il grande greco Bessarione, Giovanni Torquemada, Giovanni de Carvajal, Enrico de Allosio e Niccolò di Cusa. Calisto III creò cardinale l’esimio infante Giacomo di Portogallo, Pio II il degno fratello di Domenico Capranica, Angelo, Bernardo Eroli, Alessandro Oliva, Bartolomeo Roverella. Sotto il pontificato di Paolo II furono nominati il nobile Olivieri Carafa e Marco Barbo. Membri degnissimi del collegio cardinalizio furono pure quelli creati da Sisto IV, come Stefano Nardini, i due spagnoli Auxias de Podio e Pedro Gonzales de Mendoza, oltre a Gabriele Rangone e al venerabile Elia de Bourdeilles.1 Allorché poi la mondanità venne più e più infiltrandosi nel 'acro collegio, accanto a indegni cardinali non mancarono tuttavia uomini pii, dotti e versati negli affari, i quali riuscirono di ornamento alla Chiesa, come Raimondo Peraudi, creato cardinale da Alessandro VI. Prima di tutti va qui ricordato il grande Francesco Ximenes, che ad )una somma semplicità e austerità di costumi congiungeva uno splendido talento amministrativo ed una eminente cultura scientifica; egli ricevette il cappello rosso sotto Giulio II. Più tardi, sotto Leone X, rifulse nel senato della Chiesa il Caetano (Tomaso de Vio), il quale nelle sue legazioni di Germania, Francia e Ungheria spiegò un’attività meravigliosa e per la sua vasta dottrina fu designato come il più grande teologo dopo Tommaso d’Aquino.2 Degne figure di condotta genuinamente sacerdotale si incontrano anche tra le file del clero secolare. Furono uomini di questa razza quelli, che lavorarono nel-!’Oratorio del divino amore. Persino di santi l’epoca del rinascimento è più ricca di quanto comunemente si creda. Il seguente elenco, non ancora completo, disposto secondo gli anni della morte, può dare al lettore un’idea della magnifica corona di santi e beati, che il popolo italiano ci diede in quell’epoca. La loro vita ci pone innanzi agli occhi l’Italia cristiana del rinascimento, che per tanto tempo erasi completamente perduta di fronte all’Italia pagana.3 1 Ofr. I nostri voi. I e II alle pagine indicate acìVindice delle peritone sotto i nomi surriferiti. 2 I particolari intorno al suddetti si veggano sotto. Ofr. inoltre Ilint.-pol. IH- LXXIV, 103 s. ¡Sono unanimi nel lodare il Carata Pakis de Chassis ed. I'kati 231 e ìSahuto XI. 771. 773. In occasione della morte del Peraudi avvenuta nel 1905, Giulio II scriveva: * » Erat enim rectus et sedi a[K>st. admo-dum utilis ». * Breve cpixr. Lettinetu s. d. IA!/. hrev. 29 s., 72i>. Archivio segreto pontificio. * In generale per la presente compilazione dei santi rimando allo Oheva-Ukb, Reperì., dove è data con la massima cura e per intero la letteratura ulte-