842 Libro III. Giulio II. 1503-1513. Capitolo 7. nella sua robustissima fibra, occupavasi assiduamente d’affari e riceveva al suo letto cardinali e ambasciatori.1 Tuttavia egli non si nascondeva che lentamente si avvicinava alla fine. Il 4 febbraio chiamò a sè il maestro delle cerimonie Paride de Grassis e gli disse con grande tenerezza e rassegnazione, che la sua fine era imminente, che Iddio intendeva disporre di lui e che non era più il caso di pensare a una guarigione; ringraziare egli il Signore Iddio per non avergli mandato una fine improvvisa come a molti dei suoi predecessori, ma una morte cristiana e sufficiente raccoglimento onde provvedere ail tempo e all’eternità. Avere egli fiducia nel Grassis, che eseguirebbe fedelmente i suoi desiderii. Quanto .ai suoi funerali egli disse di non bramare nè troppa parsimonia, nè esagerato sfarzo; non meritare questo perchè era stato un gran peccatore, ma nemmeno volere che gli accadesse come ad alcuni dei suoi predecessori, le cui salme vennero in modo assai indegno trascurate. Pertanto egli dava incarico al suo prudente e fedele servitore di provvedere acciocché alla sua morte e alla sua sepoltura tutto procedesse con convenienza. Diede poi fino nei più minuti particolari le necessarie disposizioni ed assegnò una somma di denaro come elemosina a preti poveri per la salute della propria anima.2 Il 10 febbraio l’ambasciatore veneto riferisce : « Il papa ha il tremito; già cominciano le pratiche per la elezione del successore ». La città era in fermento ; i cardinali vigilavano attentamente al mantenimento dell’ordine. La salute del papa nei giorni seguenti peggiorò, ma Giulio II non aveva ancora rinunciato ad ogni speranza.3 Egli ebbe ancora la forza di prendere tutte le necessarie disposizioni per la quinta sessione del concilio latera-nense e insistette che in ogni evento venissero in quella sessione rinnovati e confermati i decreti già emanati contro la elezione simoniaca dei papi.4 II 19 febbraio Paride de Grassis si recò al letto del papa per chiedere il suo parere circa l’apertura delia prossima sessione del concilio. « Trovai Sua Santità — riferisce il de Grassis — di aspetto sano, vegeto e sereno, come se nulla o poco avesse sofferto. Avendo io espresso il mio lieto stupore e 1 Sakcto XV, 531-532; cfr. 547. FraIknói, Erdòdi Bakóez Tamàs 12S. Luzio, F. Gonzaga 50. V. inoltre la relazione portoghese in Corp. dipi. Fort, I. 1S7 e ima * lettera di (Lodovico de Campo Fregoso al doge di Genova in data di Roma 22 gennaio 1513. Archivio di Stato i n G e n o v a. Roma, L1 <■ tere. Mazzo 1. 2 Paris de Grassis, ed. Dolu.ngkr 428. 3 Sanuto XV, 554, 555. |Sul fermento della eittìl v. la relazione dello v/' zero P. Falk in Anz. f. scliiceiz. G cucii. 1892, p. 375. Zimmermaxn, Pel1' Falk 52 s. * V. la * relazione di Stazio Gadio del 13 febbraio 1513 (Archivio G oj^ zaga in Mantova), usata da Ltrzio nel Corriere della Sera 190S, n.° —k