Monti rii pietà. Moto antisemita. predicava non solo contro gli usurai giudei, ma anche contro i cristiani e ammoniva a guardarsi dalle intemperanze. « Chiunque ha cara la salute dell’anima propria, — predicava il beato a Crema — non deve danneggiare gli Ebrei, nè la loro persona, nè la loro sostanza, nè altro, poiché anche verso gli Ebrei bisogna dimostrare giustizia e carità cristiana. Tanto esigono le disposizioni pontificie, tanto la carità cristiana. D’altra parte però il magistero ecclesiastico proibisce la continua ed intima dimestichezza coi Giudei, i quali non si avrebbero a chiamare nemmeno in qualità di medici come adesso generalmente accade».1 Nondimeno certi usurai ebrei cercarono di togliere proditoriamente di vita il celebre predicatore.2 Bernardino scampò all’attentato e proseguì la sua missione. Nel 14&6 Innocenzo Vili lo chiamò a Roma, da dove di lì a poco uscì un’energica bolla in favore dei monti di pietà. Nel 1473 era stata eretta a Firenze una casa di prestito che però, in conseguenza di pressioni d’avversari cristiani ed ebrei dovette in breve tempo chiudersi. Allorché l’anno 1488 soggiornò nella città dell’Arno, Bernardino da Feltre tornò ad adoperarsi per l’erezione di tale istituto, ma coi loro intrighi e corruzioni gli ebrei ebbero il sopravvento e soltanto il Savonarola riuscì nell’impresa nell’anno 1495. Il decreto allora emanato svela intiera la grandezza dell’usura giudaica. Quivi si dice che gli Ebrei domiciliati a Firenze si facevano dare il 32 e mezzo per cento a interesse composto, di maniera che 100 fiorini imprestati davano in 50 anni 49791556 fiorini, 7 grossi e 7 danari!3 Aumentando il numero dei ricorrenti alle case di prestito crescevano naturalmente le spese di amministrazione e si vide perciò la necessità di desistere dal prestito gratuito con introdurre un piccolo compenso per ovviare alle dette spese. I Domenicani osservarono in contrario, che con ciò veniva violata la proibizione canonica di riscuotere interessi.4 Intorno a tale questione si ve. (52. ’• Ofr. Vi li. ari. Sa ron/iroìa (Firenze 1859) I. 278. Ofr. Di; Rossi. Jiieor-rianze 238s. Jaxxet 12. n. 5. Pkrrkxs II. 147. Kecmoxt. Lorenzo II-. 309; Ilor,-zapfel. Die .1 nftinge (10 s., 02. TTi s., .86 s. Il racconto di Parenti -lillà fondazione del Monte (li pietà in Firenze colla colialKirazIone del Savonarola, presso iSchxitzee. Quel Un «. Porseli. IV, 112 s. Ofr. inoltre M. Giardini 1 banchieri ehrei in Firenze nel hoc. xv e il Monte ili pietà fon àuto ila dir. Savonarola, Itorgo S. Lorenzo 1907: <5. Cnkrohi. Il Savonarola r i pareri, in Jlameiina Xaz. (Firenze). 10 maggio 1901. La testimonianza «ini sopra addotta confuta le asserzioni del Gì'Dkmaxx (v. .opra p. SS n. 5) e del Rbivuiii (Ili*t. rie* Ittraeliteit, l’aris 1855. 152), i quali negano che gli Ebrei esercitassero usura. (*fr. anche l’ftl.lssiKit. Tei-te* 532 s. * Ofr. Janxkt 13 e lo staatslexikon del Bbudqs III. 1093; Iioi./vi’KKi. 104-141.