Giubilo per la cacciata dei Francesi. vano seduto.1 Il 27 giugno Giulio II ricevette quattro deputati di Bologna, che venivano a dimandare perdono.2 Allorché la sera di detto giorno egli se ne tornava in Vaticano, tutta la città rifulgeva in un mare di luce per festeggiare una nuova vittoria, la liberazione di Genova, patria di Giulio II. Da Castel S. Angelo tonavano incessantemente i cannoni, mentre si accendevano fuochi di artifizio. Il papa, accompagnato da tutta la corte e da tutti gli ufficiali di curia con fiaccole in mano, avanzava in solenne e trionfale corteo. Tutti l’acclamavano al grido di: Giulio! Giulio! Giammai — scrive l’ambasciatore veneziano — un imperatore o un capitano d’eserciti entrando in Roma è stato così onorato quanto il papa quest’oggi ». Giulio promise un’amnistia generale e fece dispensare elemosine a tutti i conventi. « Ora non abbiamo altro da domandare a Dio», disse, «solo dobbiamo ringraziare l’Altissimo per la splendida vittoria».3 Subito venne indetto un triduo di processioni ed altre manifestazioni di gioia, non solo in Roma, ma in tutto lo Stato pontificio. Il medesimo giorno 27 giugno furono spediti dei brevi in tutte le parti della cristianità coll’esortazione di festeggiare la liberazione dell'Italia e della Santa Sede. Alla basilica di S. Pietro il papa donò in perpetua memoria preziosi arredi e un rivestimento d’oro per altare colla scritta, aver egli offerti questi doni votivi a Dio e al principe degli apostoli «dopo la liberazione dell’Italia ».4 In mezzo alla gioia Giulio II non dimenticò a chi dopo Dio andasse più debitore di quel mirabile cambiamento di cose. Egli volle attestare senza riserva la sua riconoscenza ai prodi Svizzeri e in gratitudine concesse loro numerose grazie. Con una bolla del 5 luglio 1512 conferì loro in perpetuo il titolo onorifico di « protettori della libertà della Chiesa » e due grandi bandiere.5 Una di 1 Paris de Grassis. ed. Frati 324. Steinmann 11, 27. 2 Paris de Grassis, ed. Frati 321, 323-327. Qui contro l'erronea narra-lazione del Guicciardini, che Giulio II abbia avuto Intenzione di distruggere Bologna. |Su anteriori notizie della vittoria vedi Sanuto XIV, 401, 404. Quanto restaurazione della signoria papale in Bologna, cfr. Bonig 68 ss. ; Fr-tou: in Atti e metri. d. Romagna, 4* serie I (1911), 220, n. 1. 3 Sanuto XIV, 450, 453, 457-458. Paris de Gras.sis, ed. Frati 327-330. seeondo il diario illustrato da iMadelin (Le jownuil 2i2) la notizia giunta in ll0ina il 27 giugno d’una vittoria del re di Polonia sui Tartari servì di prelato per la festa con cui in realtà si volle celebrare la sconfitta dei Francesi. 4 Paris de Grassis, ed. Frati 330-331. Un brano del breve ai Fiorentini in Gregorovius VITIs 97. I Fiorentini permisero al clero di tenere le processioni; per le feste civili si rifiutarono. Nardi I, 431. Cfr. Tommasini I, •'-74. li 26 luglio giunse a Roma da Piacenza un’ambasceria di omaggio^ alla 'male ne tenne dietro nel settembre un’altra da Reggio. Raynald 1;>12, n. 70-71. 5 Breve del 5 luglio in Eidgenoss. Abschiede III 2, 032-633. Cfr. Anshelm 260; nuova ediz. Ili, 327 s. e Oechsu, Quellenbuch 259.