Opposizione alla demolizione dell'antico S. Pietro. ■che le anime idei deboli e dei vecchi possano farla a cavallo. Poi v glio costruire un nuovo paradiso con belle e vaghe abiiazioni per i >eati». Non approvando S. Pietro questo disegno, il Bramante dichiara di volersene andare alla casa di Plutone. Là costruirebbe un nuovo inferno in luogo del vecchio, ormai cadente e quasi distrutto dalle fiamme. In fine S. Pietro dice un’altra volta: « Dimmi, perchè propriamente hai tu atterrato la mia chiesa in Roma?» Egli è vero — replica il Bramante — essa è distrutta, ma papa Leone ne edificherà un nuova». «Or bene — dice S. Pietro — tu dunque te ne ¡starai fuori delle porte del paradiso finché non ia compita la nuova fabbrica». «E se essa non giunge al termine?» replica il Bramante. Cui S. Pietro: «Oh, il mio Leone la condurrà certamente a compimento». E il Bramante: «Forse Leone la condurrà a fine, lo voglio sperare. A me non resta altro che attendere».1 Anche in Germania si levarono delle voci contro la distruzione del venerando santuario. Il canonico di Worms Carlo von Bodmann in una lettera del 1516 dice che lo spirito che ha -gito in questa faccenda «non è stato lo spirito buono del Vangelo, ma uno spirito d’arte mondana, che non apporterà alcun beneficio al popolo cristiano e che ridonderà invece a suo gran pregiudizio ». - Nemmeno al dì d’oggi sono ridotte al silenzio le obbiezioni contro la demolizione dell’antico S. Pietro. Ora si domanda fino a che punto sieno esse giustificate. Se già al tempo di Niccolò V, c-ome risulta da indubbie testimonianze, la basilica era così pericolante da far dire a questo pontefice nell’anno 1451, che il tempio dedicato al principe degli Apostoli minacciava rovina,ciò sarà •■"tato senza dubbio ancor più al tempo di Giulio II.4 Oltracciò il papa della Rovere dice in termini chiari, tanto nella famosa lettera del 18 aprile 1506 al re inglese intorno alla posa della pietra fondamentale del nuovo S. Pietro, quanto in un’intera serie di altre 1 II curioso e rarissimo dialogo apparve in Milano nel 1517 sotto il titolo •S tuia (un esempi, nella Biblioteca di Stato di Vienna). TJn estratto i' «juale mostra che lin d’allora non credevasi che Leone X menasse a termine il nuovo S. Pietro, fu pubblicato dal Bossi, Del cenacolo di Lionardo da Vinci ' Milano 1810) 240-249. Sull’autore cfr. ora J. Bolte, a. Guarnas Jlèllmi gram-"«iticale, in Mn. Germ. J’acdag. XLI11. Berlin 1908. 2 Janssen-Pastor, Gesch. d. deutxchen Volkes II1"-18, 68. 3 Cfr. il nostro voi. I, 518 (ed. 1931), dove sono addotte le testimonianze di Alberti e Grimaldi. Una nuova prova della giustezza di queste notizie è data da 'in disegno di Antonio da Sangallo il giovane (Uffizi 121), che presenta una sezione ortogonale per la nave grande dell’antico San Pietro (8. Pietro dell’organo traverso la grande nave). In questo disegno a scala si riconoscono chiaramente le considerevoli deviazioni daira.rcliipenzolo. 4 Cfr. le osservazioni di Redmoki 111, 1, 458s.