Tassazione dei curiali e dei cardinali per la guerra turca. 535 vescovo di Torcello, Stefano Taleazzi, di comporre un memoriale .sull’impresa della crociata.1 Ai primi di maggio Alessandro VI per sollecitare la guerra contro i Turchi fece in concistoro le seguenti proposte: invio di un legato in Ungheria e imposizione della decima al clero francese, tedesco e ungherese ; anche ai cardinali sarebbe imposta una tassa ed egli, il ptapa, sarebbe il primo a dare il suo contributo. Molti cardinali però si opposero, ma Alessandro VI non se ne lasciò stornare. Caratteristico per conoscere sentimenti allora largamente diffusi è il fatto, che, ciò nonostante, l’ambasciatore veneziano non voleva punto prestar fede alla serietà del pontefice.2 Tali dubbii vennero dissipati dai fatti seguenti.8 Reca la data del 1° giugno 1500 una bolla diretta a tutta la cristianità, nella quale vengono descritte le orrende ed atroci sevizie dei Turchi contro i cristiani e si fanno premurose esortazioni per la comune difesa. L’intento degli Ottomani — si continua a dire — è rivolto alla conquista di Roma e quindi al soggiogamento d'i tutti i popoli cristiani. Perciò in nome della Chiesa romana vien dichiarata la guerra al nemico giurato. Onde ovviare alle spese verrà prelevata per tre anni una decima da tutti i benefìci ecclesiastici senza eccezione e dagl’impiegati dello Stato pontifìcio. Ai morosi è minacciata la scomunica riservata al papa. Questa bolla per la crociata doveva pubblicarsi in tutte le diocesi del mondo in un giorno di festa e nella lingua del paese.4 In un breve diretto verso quel tempo al re di Frjancia veniva dichiarato che per il marzo erano stati convocati a Roma gli ambasciatori per consultarsi sulla questione turca, che molti erano mancati e che i comparsi ¡non erano muniti di poteri sufficienti. Che, malgrado nuovi inviti, il papa finora non aveva ricevuto dai principi che belle frasi generiche e che (perciò egli, il papa, si rivolgeva di nuovo al re di Francia, il quale dopo la con- rappresentanza di Enrico VII vedi Busch, Bngbmd I, 242, 388. ¡Sulla fine di febbraio era comparso in Roma un ambasciatore turco oncte scongiurare la suerra. Il Cardinal Peraudi venuto a conoscenza della cosa, corse senza domandarne licenza a Roma, dove si adoperò con buon esito contro le intenzioni '•«‘lVambasciatore della Porta ; vedi iSchnelder, Peraudi 53-54. iSulla politica francese vedi Lanz, Actenstiicke z. Gesch. Karl* V. fiinleitung 56. 1 Cfr. Feliciangeli in Arch. della Soc. Rom. di st. patr. XL, 28 ss. 2 Sanuto III, 309. 312, 343, 355. Cfr. ibid. 255, 385 e 426 sull’inviato di un ■egato in Ungheria e sui soccorsi per quel paese. 3 Gir. Gottlob in Hist. Jahrb. VI, 459. Per quanto segue cfr. N. Jobga, Xotes et extraits pour servir à l'hist. des croisades au [XV sièele, 5* sène, fcueharest 1915. 4 Kayn-ald 1500, n. 7-9 e più completamente in Burchakdi, DUinurn {Tucasxe) III, 46-56, (iOelani) II, 220-226, in tedesco presso Geigkk. Bwr- cordus 276-2S5.' iSul prelevamento della decima dal clero per soccorrere l’Un- gheria cfr. Cogo, La guerra .di Venezia 363 s.