La « Scuola d’Atene ». 969 La filosofia come regina delle scienze naturali viene artisticamente celebrata nella monumentale creazione di Raffaello secondo le idee predominanti fra i suoi contemporanei. Egli è possibile, anzi probabile, che Raffaello siasi consigliato coi suoi dotti amici, special-mente con Sadoleto e che su di lui abbiano influito le opere di Mar- tazione personale. Quando Invece egli vuole (far pensare a qualche determinato personaggio non manca di contrassegnarlo con chiari segni ; cosi, oltre che i>er le due figure principali, jier Socrate e Diogene, Raffaello ha effigiati alcuni sapienti dell’antichità e come tali li ha fatti conoscere. Un occhio non prevenuto non scorge nell'affresco alcuna traccia di una larga oppure anzi completa rappresentazione della filosofia greca ». Lo Spbingek fa vedere, che quanto non soddisfa in tutte le moderne interpretazioni sta in ciò, ch’esse concepiscono quella colossale creazione artistica come un'illustrazione letterale di un testo minuto, come dipendente da questo e a dire il vero accessibile solo all’autore del testo, li celebre critico è d’avviso, che Raffaello abbia abbracciato solo le idee universalmente ammesse dai contemporanei circa il valore e l’importanza della vita scientifica, c trova le migliori informazioni in proposito nell’opera di Marsilio Ficino e del Sadoleto. Ai sentimenti di costoro Raffaello avrebbe dato espressione nella sua Scuola d'Atene. « Anche ai suoi occhi il vestibolo, innanzi al quale si raccolgono i sapienti, prese la forma di un tempio ; anch’egli prese le mosse dalla rappresentazione delle sette arti liberali, che conducono alla conoscenza filosofica, e da ultimo fece sì che alla testa di quell’accolta di filosofi si presentassero i due principi della sapienza, Platone e Aristotele. Nella Scuola d’Atene l’ordito è formato dalla rappresentazione delle sette arti liberali, la trama dalia glorificazione dei filosofi greci» (p. 98). Che la Scuola d’Atene si basi sullo schema delle sette-arti liberali, fu già mostrato da Richteb (IJie Sditile von Athen, Heidelberg 18(82), e quest’ipotesi è difesa anche da Liliencron, Bole, Müllneu e J. von .Schlosseb (loc. eit.) Bole, iMüllner e Gllendokff (Prcms. Jahrb. JÍX.XIV, 54) credono, che qui abbia trovato una figurazione artistica anche il corso storico dell’antica filosofia, e di nuovo si studiano di trovare nomi acconci alle singole figure. Mìllner del resto ha promesso uno svolgimento ampio e una scientifica dimostrazione della sua esposizione, thè certo sarebbe molto desiderabile. Crowe-Cavalcaskixe non portò niente di nuovo. Muntz aderì in sostanza allo Spbingek, come pure in molti punti Kraus. Questo critico dell’arte trova il filo che unisce la Scuola d’Atene con altri affreschi nel motto di Pico della Mirandola: J’hilo-sophia veritatem quaerit, theologia invenit, religio posaidet. Kbaus dà il massimo peso a Marsilio Ficino. Egli giunge ad affermare : « È forse ancora più preciso il dire che l’intero concetto, l’intera Camera della Segnatura si trova già in Marsilio ». Un'idea del tutto diversa viene espressa energicamente da Wickhoff « Il corso della storia della ^filosofia greca verrebbe significato dal posto e dall’aggruppamento dei personaggi ; ma chi si curava allora della storia della filosofia greca? La scalinata e il vestibolo sarebbero stati ideati secondo passi sconosciuti di Marsilio Ficino, un filosofastro del periodo i>recedente dell’umanesimo. (Chi leggeva ancora Marsilio Ficino? Nulla ripugna più al gusto di un'epoca, qualunque essa sia, quanto Ila letteratura di moda dei begli spiriti della generazione precedente. No, il vestibolo e la scala provengono dall’arte fiorentina > v. sopra p. 904). Dei nomi il Wickhoff non ammette che Platone, Aristotele, Tolomeo, (Socrate, Boezio, Euclide e Diogene. « Gli altri — la filosofica famiglia, direbbe Dante — sono personaggi anonimi, nei quali l’artista ha rappresentato con iierfetta maestria le diverse maniere dell’insegnare, del concepire, del comunicare ad altri ecc. » (p. )- A ciò lo storico viennese dell arte fa seguire la sua nuova interpretazione (di cui parleremo più estesamente fra poco) circa lo scopo cui era destinata la Camera di'lla Segnatura.