Brutta situazione di Giulio II ammalato (ottobre 1510). 765 riacquistò la padronanza di sè con tale celerità, che costituisce prova della straordinaria energia del suo spirito. Sentendo che ¡il popolo in armi gridava senza posa il suo nome, balzò dal letto e si fece portare a ¡un balcone del palazzo. Di qui egli impartì la sua benedizione al popolo, che per una serie di concessioni fattegli trasi già il giorno innanzi fatto di miglior umore.1 Paride de Grassis come testimonio oculare racconta, che il papa dopo aver dato la benedizione incrociò le braccia al petto, quasi volesse affidare al popolo la sua persona e il suo onore. Quest’atto commosse talmente la moltitudine, che scoppiò in frenetiche acclamazioni, dando parola di volersi opporre compatta al nemico. Tutto lieto per questo, il papa fecesi riportare nella camera da letto, poi disse ai suoi famigliari: «Adesso abbiamo debellato i Francesi ».2 Giulio II potè abbandonarsi a tali speranze tanto più che il generalissimo francese, invece di procedere arditamente, aveva ini-z'ato delle trattative diplomatiche.3 Così fu perduto un tempo prezioso, durante il quale giunsero in Bologna milizie ausiliari da Venezia e dalla Spagna. Siccome tra i Francesi accampati presso il Reno a tre miglia dalla città fecesi presto sentire la mancanza di vettovaglie e anche la stagione sfavorevole tribolava grandemente i soldati, l’esercito francese si ritirò verso Castelfranco. Giulio II, rotta adesso ogni trattativa con Chaumont, avrebbe veduto volentieri i suoi gettarsi subito sui nemici che lentamente si ritiravano mettendo a ruba ogni cosa, ma non essendo ciò avvenuto, l’irri-tazione provatane gli apportò il 24 ottobre una pericolosa ricaduta. Temevasi già il peggio, ma la sua ferrea costituzione ne uscì anche Questa volta vittoriosa. .Dopo due giorni stava già meglio, dopo Quattro ogni pericolo di vita era scomparso. La convalescenza andò ‘uttavia per le lunghe, poiché Giulio non si aveva alcun riguardo I rancia. El papa è in letto con la febre; credesi che morirà certamente. Tutta questa notte il papa rasonando diceva: Morirò, morirò, orsù, voglio inorivi Poi dicevu : Andarò presone d-e' Francesi, de’ Francesi! Questo non serà vero. Torà 'I veneno da mi, torà il veneno al tutto! E cus.fi tutta questa, notte su queste Pratiche lia rabiato, non à mai dormito tutta questa notte (p. 548-550). Le frasi ’lui allegate vengono dal Broscsh (Julius II, 202) a suo modo esagerate; egli però tace che l’ambasciatore nel riferirle dice espressamente, che il papa aveva Una febbre così gagliarda, che la sua morte pareva certa. Anche la parola ’«hiato accenna a un turbamento dello spirito, onde a ragione il Creighton 1^ , parla di un delirio. 1 Cfr. Bauìisseem, Giulio II in Romagna 753 s. 2 Paris de Grassis, ed. Frati 202, 203 ; cfr. 333. Sanuto XI, 551 s. Riguarda II tentativo sventato d’una ribellione in Ascoli contro la signoria della Chiesa la bolla del 4 novembre 1510: Bulla interdica ecclesiastici contra receptatores "bf-ilium et exititiorum terrarnm Ecclesiale. Biblioteca di Stato iu JI0 a a c o, J. Can. F. 165. 8 Seiipee, Carpi 7. Circa i motivi di Chaumont cfr. IIavemann II, 346.