La « Liberazione di S. Pietro » di Raffaello. 1007 Nel quadro della Liberazione di S. Pietro, che in una rappresentazione assai significativa abbraccia ancora una volta il concetto fondamentale dei due grandi affreschi parietali della stanza d’Eliodoro, cioè l'impotenza d’ogni umano disegno di fronte alla Chiesa e al suo capo protetto da Dio, Raffaello tentò di ottenere, ma con sapiente moderazione, effetti di luce. Nel centro un’inferriata, che si crede d: potervisi aggrappare colle mani, fa penetrare lo sguardo nell’interno del carcere, nel quale un angelo fulgente di luce sveglia l’apostolo incatenato a due soldati, che ¡sonnacchiosi si appoggiano alla parete. La scena è semplice e tuttavia vera in modo commovente: la magica illuminazione non fa che accrescere l’effetto mirabile.1 A destra l’apostolo liberato passa in mezzo alla guardia addormentata come trasognato; l’angelo lo guida nel scendere la scala. Nella figura di questo messaggio celeste, il cui etereo fulgore lumeggia le due ultime scene, si ravvisa a buon diritto una delle più divine ispirazioni dell’artista.2 (L’azione continua dal lato sinistro: una guardia ha notato la fuga e sbigottito sale frettoloso la scala per svegliare i compagni duri a riscuotersi dal sonno. La scena è illuminata da fiaccole e dalla luna falcata che appare tra nubi mezzo squarciate. Dai più si ritiene che questo quadro alluda alla liberazione del cardinale Medici (che fu poi Leone X) dopo la battaglia di Ravenna. Siccome secondo l’iscrizione della finestra il quadro fu condotto a termine nell’anno 1514, può darsi che una tale spiegazione fosse già comune ai contemporanei ; è tuttavia più probabile che anche l’abbozzo di quest’affresco risalga al tempo di Giulio II,‘giacché esso mostra un’attinenza maggiore con questo papa. Giulio infatti da cardinale aveva tenuto per sette anni il titolo della chiesa di S. Pietro in Vincoli e aveva fatto costruire un bassorilievo in 1 Lubke II, 297. Cfr. anche Grimm in Premi. Jahrb. LI, 190; Grtjyer, Chambres 233 ss. e specialmente Wolfelin 101 ss. - Lutzow, Italiens Kunatnchdtze 447 ; cfr. anche .Steinmann, Rodi 164. Giovio nella sua vita di Raffaello vede, cosa strana ! nella liberazione di Pietro la tomba del Salvatore circondata da guardie. iSzécsen, Raffncl 539, spiega quest’errore dal fenomeno, che in seguito agli effetti di luce il vero soggetto dell’affresco venne a trovarsi nello sfondo. 3 Grimm, Raffael 386, lo dà per sicuro. Il Grimm, come ho veduto poi, aveva già notato il rapporto colla chiesa titolare di Giulio II allorché era cardinale; nel suo Michelangelo 1», 404 egli si atteneva ancora alla falsa spiegazione della fuga del Cardinal ¡Medici (cfr. sopra p. 826); dell'altra attinenza colla festa trionfale del giugno 1512, sulla quale io per il primo ho richiamato l’attenzione, egli non sa nulla. Contro la comune interpretazione dell’affresco come allusivo al cardinale de’ Medici ha già protestato anche Hettner 219, ma solo per ragioni storiche di carattere generale. 'Colla mia spiegazione viene pure stabilito lo stretto nesso tra la liberazione di Pietro e gli altri affreschi, che lo Stringer (2* ed. 1, 264) non trova. Che alla liberazione di Pietro non sia presente alcun papa, pare strano allo iSpringer, mentre ciò è naturalissimo, essendo Pietro stesso il primo papa.