T.usso esagerato. H7 pertutto la vita privata, già nel 1472, poi ancora nel 1514 fu istituito un apposito magistrato per mettere un freno all’eccessivo lusso, specialmente riguardo all’ornamento delle gioie. Questo magistrato attendeva con zelo al suo ufficio, ma le disposizioni non rimasero che nella carta.1 È incredibile quale prodigalità regnasse sotto questo lato alle corti dei principi ; un solo abito di Ippolita Sforza era talmente fregiato di oro e di perle che il suo valore si faceva ascendere a 5000 ducati, un quarto di milione di lire in moneta moderna. 2 Causa principale del crescente lusso e della vita voluttuosa era la grande ricchezza del paese. Gl’Italiani erano diventati una delle più prospere nazioni del mondo. Le rendite dello Stato importavano nel 1455 a Napoli ‘510000 ducati, a Firenze 200000, nello Stato della Chiesa 400000, a Milano 500000, a Venezia quanto percepiva il re di Spagna, cioè 800000 ducati. Nel 1492 esse erano salite a Napoli a 600000, a Firenze a 300000, a Venezia a un milione di ducati d’oro; cioè a dire ancora un aumento nonostante le perdite subite dal commercio italiano a causa delle invasioni turche. Poi, a dir vero, tenne dietro, specialmente per Venezia, una serie di gravissime disdette, di cui la più sensibile fu certo la scoperta della via marittima per le Indie orientali. Con tutto ciò la ricchezza rimase ancora assai considerevole. 3 A lato di Venezia l’agiatezza era grande innanzi tutto a Firenze, ed ivi pure quindi si fecero sentire le più alte proteste non solo da parte del clero, ma anche del laicato. «L’arredamento di una sola stanza, secondo scrive Leon Battista Alberti, costa più di quello costasse una volta l’intero palazzo adornato per una festa di nozze. Una volta gli operai mangiavano a mezzogiorno nella loro officina contenti di poco vino e pane, mentre le donne desinavano a casa. Eccettuato a pranzo queste non bevevano punto vino. Oggi la gioventù vuol godere, scialacqua il denaro nel gioco, nei pranzi, in guarnizioni di gala e con donne, ha perduto ogni rispetto per i vecchi e perde il tempo nel far niente. Si cerca trar profitto dai pubblici uffici, come se si trattasse di un’industria ». Ed Alessandra Strozzi in una lettera del 1466 scriveva : « Non mi pare da darsene ora pensiero, e massimo essendo il temporale che corre al ltoina ». Ijacmmblkt In Archiv. /. die (leseli. d4. 11*5. Vedi KRETSCII VAYR II. 4»H5. 2 Ofr. IjUzio-Rkmkk, Il lusso 11. 34. Motta. Nozze principesche nel Quattrocento, Milano 1894 (Per nozze), 391. 1 Ofr. Mcn'tz. Renaissance 50 (rendite ili Stato m*l 1455), Grboobovujs VII® •*4" (rendite del 1492; cfr. in proposito Gottlob. Cam. Ai>. 2T>(> s.i e per Venezia Lvigi da Porto 26 e Burckhardt, Cultur 1;. *ii. Cfr. anche L'appenditi» 'li Zii'i’Ki. nella sua nuova ed. della versione ital. doliti « Kultur » di Burckhardt, l-a civiltà tiri Iti nasci mento in Italia I. Firenze 189!), 331.